“Il valore e il senso della giornata che celebriamo il 27 gennaio – data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz – risiede nella conservazione e nella trasmissione, soprattutto alle generazioni più giovani, della ‘memoria’, che è qualcosa di tanto prezioso e allo stesso tempo fragile. E per questo va coltivata, diffusa, protetta”. Lo ha dichiarato il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, in occasione della Giornata della Memoria.
“Memoria – spiega la terza carica dello Stato – innanzitutto come omaggio a tutte le vittime di quel piano criminale che fu la Shoah: ebrei, rom, sinti, omosessuali e disabili, internati militari e oppositori del regime colpiti dalla furia nazista. Memoria come ricordo di quelle persone che trovarono il coraggio di non voltarsi dall’altra parte, adoperandosi, spesso a rischio della propria vita, per salvare gli ebrei dallo sterminio”. E, poi, “memoria come risposta ad ogni tentativo di negazione o sottovalutazione di quanto accaduto e delle responsabilità e complicità. Memoria come dovere di fare i conti con il nostro passato. Riconoscendo che anche in Italia furono molti i complici dello sterminio e che pochissimi ebbero il coraggio di opporsi apertamente alle ignominiose leggi razziali”. “Memoria, ancora, come monito per l’umanità – sottolinea Fico – a tenere sempre alta l’attenzione contro l’intolleranza, l’indifferenza e l’oblio che, ancora oggi, rischiano di alimentare nuovi orrori e nuove atrocità”. Per il presidente della Camera, “quanto accaduto nei giorni scorsi a Campiglia Marittima, dove un ragazzino è stato aggredito da due coetanee e preso di mira con insulti antisemiti, è di una gravità inaudita. Un episodio che va stigmatizzato con fermezza e che sprona tutti noi a farci, ogni giorno, promotori della cultura del rispetto”.
“Le Istituzioni, come tutti gli attori sociali e i singoli cittadini, sono chiamate – ammonisce Fico – ad un impegno non negoziabile: rispettare, applicare, diffondere i valori di libertà, giustizia, solidarietà e rispetto dei diritti e della dignità di ogni individuo. Ce lo impone la nostra Costituzione, che nasce dalla Resistenza e si fonda sul ripudio del fascismo. Ce lo impongono i Trattati europei ed internazionali. Ce lo impongono la nostra storia e la nostra coscienza civica, il nostro essere una comunità”.