Nella Giornata di preghiera per la pace in Ucraina indetta per oggi, 26 gennaio, da Papa Francesco, la Tavola della pace e il Centro diritti umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova invitano tutti, “credenti e non credenti” ad appendere una bandiera di pace alla finestra e “unire le proprie voci per cercare di impedire lo scoppio della guerra”. La guerra, affermano Flavio Lotti, della Tavola della pace e Marco Mascia, del Centro diritti umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova, “è una inaccettabile follia. La sola idea che si debba tornare ad affrontare una guerra in Europa è una autentica follia”. Tutti i responsabili dell’Unione europea e della politica internazionale, proseguono, “sono chiamati ad agire con determinazione per impedire che la crisi dell’Ucraina sfoci in una nuova guerra che avrebbe conseguenze devastanti per tutto il mondo. Sarebbe una pericolosissima regressione storica. L’Europa dica subito una parola chiara: mai più guerra in Europa! E agisca di conseguenza. Non c’è alcuna possibilità di difendere i diritti umani o di risolvere le crisi muovendo carri armati, soldati, navi e aerei di guerra. Questo è il tempo di dichiarare la pace e non la guerra!”. Lotti e Mascia invitano a riconoscere “che l’escalation in Ucraina è espressione del grave prolungato deterioramento delle relazioni internazionali e dell’altrettanto serio indebolimento delle istituzioni internazionali”. Perciò “l’Italia e l’Europa lavorino per cambiare rotta: senza il rispetto della legalità internazionale, senza la democratizzazione e il rilancio del dialogo politico e della cooperazione a tutti i livelli sarà impossibile difendere i diritti umani e affrontare efficacemente le tante crisi che incombono. Non è possibile fare la guerra e, allo stesso tempo, promuovere la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Non è più ammissibile che la sicurezza degli Stati continui a prevalere sulla sicurezza umana”. “Ringraziamo Papa Francesco – concludono – per aver promosso la Giornata di preghiera per la pace in Ucraina in un momento di grave sottovalutazione del pericolo”.