Ucraina: anche in Russia fedeli cattolici pregano per pace. Mons. Pezzi (presidente vescovi), “ci sia una conversione dei cuori al bene superiore del dialogo”

Anche in Russia oggi i cattolici si uniscono in preghiera per la pace in Ucraina. In una lettera scritta a nome dei vescovi cattolici russi e come presidente della Conferenza episcopale, mons. Paolo Pezzi ha inviato una lettera per chiedere a tutti i parroci, fedeli e comunità religiose del Paese di “prendere sul serio” l’invito di Papa Francesco di pregare per la pace in Ucraina. “In alcune parrocchie – racconta al Sir l’arcivescovo di Mosca, mons. Pezzi – ci saranno momenti di adorazione eucaristica, in altre parti il rosario. Io personalmente celebrerò una messa in cattedrale a Mosca alle 18. Abbiamo anche chiesto a chi non può partecipare a questi momenti comunitari di unirsi in preghiera, possibilmente alla stessa ora, in famiglia e ovunque ci si trovi”. “La pace – aggiunge – è un bene talmente importante che per essa noi preghiamo ogni giorno. Però è vero che in certi momenti particolari, come quello che stiamo vivendo, ci viene chiesto di intensificare la nostra preghiera per chiedere che ci sia una conversione dei cuori al bene superiore della pace e del dialogo. Chiediamo per questo, in modo particolare allo Spirito, che ci accompagni in questo cammino”. Mons. Pezzi racconta come si sta vivendo a Mosca questo clima di tensione al confine ucraino e nelle trattative diplomatiche. “Viviamo questo momento con una certa angoscia, con tremore, con preoccupazione ma anche, come comunità di credenti, nella disposizione di affidarci a Dio, sapendo che può trasformare tutto, anche un male, anche una minaccia di guerra, in un bene superiore. Resta certamente la preoccupazione perché non sappiamo davvero in queste ora cosa può accadere”. Mons. Pezzi ricorda l’appello lanciato domenica scorsa da Papa Francesco “a tutte le persone di buona volontà affinché ogni azione e iniziativa politica sia al servizio della fratellanza umana più che di interessi di parte”. “Penso – commenta l’arcivescovo – che non ci siano altre parole da aggiungere a quelle già pronunciate dal Santo Padre. A noi occorre ora fare eco al suo appello attraverso la preghiera. Non è già più un momento di parole ma è un momento in cui occorrono fatti. E perché vengano compiuti nella direzione della pace, occorre spingerli con la preghiera. La preghiera è il primo fatto, è già il cambiamento”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo