“La tragedia di Licata costituisce l’ennesima sconfitta di una cultura — la nostra — sempre più disorientata e sempre meno capace di gestire le emozioni e le tensioni che turbano l’esistenza personale e interpersonale”. Lo dice l’arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano, in riferimento alla morte nell’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta di Angelo Tardino, 48 anni, l’uomo che questa mattina ha sterminato per motivi di interesse la famiglia uccidendo il fratello Diego, di 45 anni, la cognata e i due nipotini.
L’arcivescovo ribadisce come esiga “una inderogabile presa di coscienza individuale e comunitaria sul valore della persona umana, soprattutto se innocente e indifesa, e sull’importanza della cura delle relazioni, al di là di ogni ferita e di ogni offesa”. “Chiama in causa tutti noi, nella responsabilità condivisa in merito alla promozione della cultura della vita e alla testimonianza del Vangelo dell’amore e del perdono”. “Profondamente addolorato per quanto accaduto”, mons. Damiano assicura “la mia preghiera per le vittime ed esprimo la mia vicinanza e il mio cordoglio alla famiglia e all’intera città di Licata”.