Siria: Fore (Unicef), “mettere al sicuro i bambini della prigione di al-Hasakah”

“Abbiamo ricevuto rapporti estremamente preoccupanti su decessi di bambini nella struttura di detenzione militare di Ghwayran, ad al-Hasakah, nel nord-est della Siria. Siamo anche profondamente preoccupati dalle notizie secondo cui i bambini intrappolati all’interno della struttura potrebbero essere costretti a svolgere parte attiva negli scontri in corso tra i detenuti e le forze di sicurezza”. Lo dice il direttore generale dell’Unicef Henrietta Fore, ricordando che quasi 850 bambini, alcuni anche di 12 anni, sono attualmente detenuti nel nord-est della Siria. La maggior parte di loro è tenuta nella struttura di Ghwayran, in gran parte ragazzi siriani e iracheni, il resto di altre 20 nazionalità. Nessuno di loro è stato imputato di alcun crimine secondo il diritto nazionale o internazionale. I figli di cittadini stranieri hanno ricevuto poco o nessun sostegno dai loro Paesi d’origine. “Questi bambini non avrebbero mai dovuto essere tenuti in detenzione militare – afferma Fore -. La violenza a cui sono sottoposti potrebbe costituire un crimine di guerra”. L’Unicef è da tempo preoccupato per i bambini detenuti in questa struttura a causa delle “pessime condizioni fisiche generali, dei servizi limitati, del sovraffollamento e della mancanza di cure sanitarie appropriate. I bambini hanno pochi o nessun contatto con le loro famiglie, non hanno accesso all’istruzione e affrontano un destino incerto”. L’Unicef chiede “a tutte le parti e a coloro che esercitano un’influenza su di esse di rispettare le loro responsabilità di proteggere i civili e le persone fuori combattimento, e di dare priorità alla sicurezza di tutti i bambini all’interno della prigione di Ghwayran e nella città di Hasakah”. Fore esorta chi controlla la struttura di detenzione a “rilasciare incondizionatamente tutti i bambini, a partire dai più piccoli e da quelli con urgenti necessità mediche e di altro tipo”. Chiede anche agli Stati membri “di fare tutto ciò che è in loro potere per rimpatriare i bambini loro cittadini o nati da loro cittadini, in linea con gli standard internazionali di protezione dei bambini e dei diritti umani”.

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