Centotrenta volontari ebrei hanno piantato 400 ulivi nei giorni scorsi (14 e 21 gennaio) nei villaggi palestinesi , continuando il loro lavoro anche dopo alcuni attacchi violenti da parte di coloni non meglio identificati. L’iniziativa è stata coordinata dall’organizzazione “Rabbis for Human Rights”. Mentre il primo giorno di semina è stato completato pacificamente, il secondo giorno, il 21 gennaio, i volontari sono stati attaccati poco prima dello Shabbat nel villaggio di Burin. Le riprese video mostrano aggressori mascherati che scendono verso l’oliveto da una collina vicina, con mazze, attrezzi e benzina. Gli aggressori sono stati visti dare alle fiamme un’auto e picchiare gli attivisti e gli agricoltori. “La violenza dei coloni è diventata un vero segno di Caino sulla fronte della società israeliana”, ha affermato il rabbino Nava Hefetz, direttore educativo di Rabbis for Human Rights (Rabbini per i diritti umani). “La loro violenza è diretta prima di tutto ai palestinesi e a chiunque si rifiuti di accettare la loro visione di superiorità messianica ebraica che cercano di imporre”. Dal rabbino anche un invito al Governo israeliano a “intervenire per assicurare alla giustizia gli autori di tali attacchi”. Condanna dell’attacco è giunta anche dal segretario generale ad interim del Consiglio mondiale delle Chiese, Ioan Sauca, che ha espresso solidarietà ai Rabbini per i diritti umani e chiesto al governo di Israele di “porre fine all’impunità dei coloni che commettono atti di violenza”. I nuovi alberi piantati si trovano negli stessi punti in cui i boschi sono stati bruciati o sradicati almeno due volte negli ultimi due anni. Dopo la piantumazione degli alberi del 14 gennaio, Rabbis for Human Rights ha organizzato una cerimonia interreligiosa, iniziata con una benedizione per gli agricoltori palestinesi e i volontari. “Avevamo preghiere e testi di tradizioni musulmane, ebraiche e cristiane”, ha detto il rabbino. Durante la raccolta delle olive lo scorso autunno, Rabbis for Human Rights ha coordinato quasi 1.000 volontari israeliani che hanno aiutato a raccogliere le olive e proteggere gli agricoltori palestinesi. “Abbiamo raccolto per 26 giorni”, ha concluso il rabbino Hefetz ricordando che questa iniziativa va avanti da 20 anni.