Giorno memoria: Aifo, “non si ripetano più stermini, odio e discriminazioni”

Nella Giornata della memoria, Aifo, in una nota, rinnova il suo impegno “affinché stermini, odio e discriminazioni non possano ripetersi mai più. Il fatto unico e straordinario come la Shoah, l’eliminazione dei ‘diversi’ (rom e omosessuali), degli ‘inutili’ e contaminatori della ‘razza’ (l’Aktion T4 contro le persone con disabilità), degli oppositori politici da parte del nazismo furono possibili solo con una diffusa cultura del razzismo, dell’odio e dell’esclusione. Questa cultura è purtroppo ancora presente, con intensità e modalità diverse, in Italia e altrove”.
I gruppi Aifo presenti in Italia sono impegnati nel contrastare questi fenomeni con attività di sensibilizzazione, di educazione e formazione alla cittadinanza globale, di accoglienza di emarginati, di inclusione delle persone con disabilità. “Lo facciamo con forza e convinzione proprio perché la nostra storia ci ha messo a contatto 60 anni fa con gli ultimi fra gli ultimi della terra, i malati di lebbra, per volontà del nostro fondatore Raoul Follereau (1903-1977)”, chiarisce la nota.
“Dalla lebbra – viene spiegato – abbiamo imparato non solo l’attenzione e la cura verso la persona, ma la necessità di andare oltre: superare lo stigma, le barriere di paura, di discriminazione, di esclusione che colpiscono la persona non solo per la sua malattia, oggi curabile, ma per la sua disabilità, tanto più grave quanto più tardiva è la diagnosi. Oggi non è più solo la lebbra, ma sono le malattie tropicali neglette (Mtn), un gruppo di 20 malattie, di cui la lebbra fa parte, a riprodurre gli stessi fenomeni. Diffuse in 149 Paesi del mondo, nelle aree più povere e fragili dal punto di vista sociale ed ambientale, le Mtn toccano 1,7 miliardi di persone”.
Come ong sociosanitaria di cooperazione internazionale, Aifo è presente in aree del mondo dove l’esclusione e la discriminazione di genere, per motivi etnici, sociali, culturali, a causa di guerre e conflitti, si perpetuano ancora oggi: “Lavoriamo affinché le persone ritrovino il proprio posto e la propria dignità nelle comunità cui appartengono attraverso l’inclusione in tutte le sue forme: diritti, educazione, parità di genere, formazione, lavoro, ambiente sano. La cura e la riabilitazione non sono complete senza l’inclusione sociale nella comunità”.
È anche “con la memoria a fatti apparentemente ormai lontani e con testimoni sempre più rari, che il 30 gennaio ci apprestiamo a celebrare la 69ª Giornata mondiale dei malati di lebbra (Gml) per stimolare l’impegno contro ogni forma di discriminazione e a favore dell’inclusione”.

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