“Anche per noi l’unità piena, nella stessa casa, non può che giungere attraverso l’adorazione del Signore”. Ne è convinto il Papa, che nell’omelia dei Vespri presieduti nella basilica di San Paolo fuori la Mura a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ha spiegato che i Magi ci insegnano che “la tappa decisiva del cammino verso la piena comunione richiede una preghiera più intensa, l’adorazione di Dio”. “I Magi però ci ricordano che per adorare c’è un passaggio da compiere: occorre prima prostrarsi”, ha sottolineato Francesco: “Questa è la via, piegarci verso il basso, mettere da parte le proprie pretese per lasciare al centro solo il Signore”. “Quante volte l’orgoglio è stato il vero ostacolo alla comunione!”, il monito del Papa: “I Magi hanno avuto il coraggio di lasciare a casa prestigio e reputazione, per abbassarsi nella povera casetta di Betlemme; così hanno scoperto ‘una gioia grandissima’. Abbassarsi, lasciare, semplificare: chiediamo a Dio stasera questo coraggio, il coraggio dell’umiltà, unica via per arrivare ad adorare Dio nella stessa casa, attorno allo stesso altare”. “Solo dopo aver pregato insieme, solo davanti a Dio, nella sua luce, ci rendiamo davvero conto dei tesori che ciascuno possiede”, ha assicurato Francesco: “Ma sono tesori che appartengono a tutti, che vanno offerti e condivisi. Sono infatti doni che lo Spirito destina al bene comune, all’edificazione e all’unità del suo popolo. E di questo ci accorgiamo pregando, ma anche servendo: quando doniamo a chi è nel bisogno offriamo a Gesù, che si identifica con chi è povero e ai margini; e lui ci unisce tra di noi”.