Hanno preso la parola 125 persone, uomini e donne, che ricoprono incarichi diversi nella Chiesa cattolica (in ambito pastorale, della catechesi, della teologia, ma anche sacerdoti) per fare “coming out” e dichiarare pubblicamente la propria fluidità sessuale: prendono la parola sacerdoti omosessuali, catechiste lesbiche, giovani trans, intersessuali e non binari. Alcuni mostrano il loro volto, dichiarano il proprio nome e incarico, altri restano anonimi. E raccontano di vite vissute nella fatica, nell’umiliazione e di discriminazioni subite. “Come Dio ci ha fatti” è il titolo del documentario trasmesso dalla emittente Ard e rilanciato con la campagna “#OutInChurch – per una Chiesa senza paura”, che ha avuto il sostegno di una trentina di associazioni cattoliche. Anche la Conferenza episcopale si è espressa pubblicamente, per voce del vescovo di Aachen, mons. Helmut Dieser: “Lo accolgo come un segnale del fatto che come Chiesa cattolica lavoriamo per liberarci da un tale clima di paura. Nessuno, in nome del proprio orientamento sessuale o identità sessuale, può essere discriminato o svalutato o criminalizzato”, ha dichiarato il vescovo in un video. Secondo mons. Dieser, che co-presiede il forum del Cammino sinodale sul tema “vivere relazioni di successo”, “stiamo imparando che identità e orientamento sessuali sono parte della persona e abbiamo come riferimento una visione dell’essere umano secondo cui ogni persona è amata incondizionatamente da Dio”. Proprio il forum sinodale, secondo mons Dieser, può essere lo spazio in cui “in modo costruttivo affrontiamo questi temi e riusciamo a raggiungere ciò che questo gruppo di persone che si è mostrato desidera più fortemente, cioè liberare dalla paura”.