“L’icona della Vergine è una testimonianza eloquente della tradizione bizantina in Calabria. Qui la Chiesa rende visibile la bellezza che come coro unico respira a due polmoni”. Lo ha detto ieri pomeriggio mons. Donato Oliverio, eparca di Lungro, presiedendo nella parrocchia di rito orientale SS. Salvatore a Cosenza la celebrazione dell’Akathistos in occasione della peregrinatio della Madonna del Pilerio, patrona della città e dell’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano. “È per me motivo di grande gioia essere oggi qui a Cosenza per accogliere la venerata icona pellegrina della Vergine, una delle più antiche icone che si venera in Calabria”, ha detto il presule. Mons. Oliverio ha ricordato che Maria, “madre della speranza”, è “la stella che guida i nostri passi per seguire il suo figlio”. L’eparca di Lungro, che ha ricordato come “la venerazione è l’anima della pietà del nostro popolo, che ha sempre affidato tutta la sua storia a questa madre”, ha rassicurato i presenti: “In questo tempo di crisi, di pandemia, di paura del futuro, di offuscamento dei valori della vita, ci rivolgiamo a Maria per tenere viva la speranza, per non lasciarci prendere dallo scoraggiamento e dal pessimismo”. Riferendosi alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani e al cammino sinodale della Chiesa, mons. Oliverio ha ricordato che “nella casa che è la Chiesa non ci devono essere né divisioni né muri, ognuno di noi è chiamato ad essere costruttore di ponti, senza ostilità né arrivismo né protagonismo”. “La Chiesa – ha concluso mons. Oliverio – deve essere esperienza di condivisione e di appartenenza”.