A causa dei combattimenti in corso nella regione etiope del Tigray, dal 14 dicembre è sospeso il trasporto degli aiuti umanitari. Nonostante siano oltre 800mila le persone che dovrebbero essere assistite ogni settimana, tra il 6 e il 12 gennaio hanno ricevuto aiuti alimentari circa 10.500. Si tratta del tasso più basso dal marzo dello scorso anno – conferma l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) –. I partner hanno riferito che le scorte alimentari rimanenti possono aiutare solo 28.000 persone. I combattimenti in corso ad Abala, nella regione etiope di Afar, hanno fatto sì che venisse serrato il corridoio Semera-Abala-Mekelle e di conseguenza le Nazioni Unite sono state costrette, insieme alle altre ong, a ridurre, posticipare o annullare gli interventi di assistenza di ogni tipo nella regione. Secondo l’organismo delle Nazioni Unite, la risposta umanitaria è stata intensificata nelle aree accessibili di Amhara e Afar. Nella regione centro-settentrionale degli Amhara, hanno ricevuto assistenza alimentare nell’ultima settimana più di 578mila persone, e sono stati distribuito più di 40 mila alloggi e generi non alimentari. Centinaia di migliaia di sfollati interni continuano a tornare nei loro luoghi di origine. Nella regione nord orientale degli Afar, nell’ultima settimana, più di 47mila persone hanno ricevuto assistenza alimentare. Inoltre trenta team mobili sanitari e nutrizionali continuano a fornire servizi essenziali nelle comunità remote e colpite da conflitti. Proprio in questi ultimi giorni il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha affermato che alcuni medici del Tigray sono costretti ad usare il sale per disinfettare le ferite, distribuiscono farmaci scaduti e riutilizzano articoli monouso come drenaggi e guanti. Continua la campagna di vaccinazione contro il morbillo, lanciata nella prima settimana di gennaio 2022, che ad oggi ha raggiunto oltre 145mila bambini su quasi 800mila. Tuttavia, i partner sanitari riferiscono che anche questa campagna sta affrontando gravi sfide, tra le quali la mancanza di carburante e risorse economiche, la capacità limitata della catena del freddo e la carenza di operatori sanitari.