“Penso che anche per il vostro settore questo sia un periodo difficile. E in questi momenti è importante attingere alle motivazioni, alle scelte fondanti”. Così il Papa ha salutato i membri dell’Associazione nazionale costruttori edili, ricevuti in udienza in occasione dei 75 anni di attività e interpellati su tre binomi: “Concorrenza e trasparenza; responsabilità e sostenibilità; etica, legalità e sicurezza”. “Il Vangelo testimonia che Gesù, nella sua predicazione, ha utilizzato anche la metafora della costruzione per trasmettere i suoi messaggi”, ha fatto notare Francesco citando il Vangelo di Luca, in cui “Gesù smaschera il comportamento ipocrita e pigro di chi si limita solo a parlare senza fare”. “Mostrando la sapienza dell’ingegnere edile, egli paragona i ciarlatani a coloro che costruiscono le case su un terreno sabbioso e senza fondamenta”, ha ricordato il Papa: “Certo, Gesù non pensa ai grandi palazzi, ma comunque fa notare che queste costruzioni sono fatte in riva al fiume, mentre il buon costruttore sa che alla prima esondazione una casa del genere è destinata ad essere spazzata via”. “Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo che, costruendo una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia”, recita ancora la parabola evangelica: “Un tale costruttore – il commento di Francesco – non solo ha fatto la cosa giusta nel momento presente, ma ha difeso la casa da possibili alluvioni future. Uno potrebbe dire: ma non è mai successo! Sì, però potrebbe succedere. È quello a cui assistiamo con il cambiamento climatico”.