(Strasburgo) La mattinata a Strasburgo, dove oggi si vota il nuovo presidente dell’Assemblea Ue, si è aperta con brevi dichiarazioni delle tre candidate alla poltrona più alta dell’emiciclo.
Alice Kuhnke, svedese, esponente dei Verdi, ha ricordato alcuni momenti della sua vicenda personale: “Ho ricevuto minacce, indicata come straniera; così mi è cresciuta la rabbia che ho trasformato in azione politica”. “Unità nella diversità” il motto Ue che Kuhnke ha richiamato, sottolineando i diritti e le libertà delle donne, la salute sessuale e riproduttiva, la necessità di dare esecutività al Green deal europeo e alla difesa dal cambiamento climatico.
Roberta Metsola, popolare maltese (data per favorita), ha dapprima ricordato la figura di David Sassoli (come del resto le altre due candidate), “uomo del dialogo”, per indicare la necessità di “costruire una cultura del confronto” e così superare le distanze e valorizzare “le differenze”. Cambiamento climatico, politica energetica, uguaglianza sociale, un “nuovo modello economico basato sulla solidarietà” le sue sottolineature. Metsola ha poi richiamato la situazione al confine tra Bielorussia e Polonia, con un vago accenno alle migrazioni.
Sira Rego, spagnola, esponente della Sinistra europea, ha parlato soprattutto di giustizia sociale, di occupazione, di qualità dei servizi pubblici, di diritti delle donne e delle ragazze. Una sottolineatura speciale quindi per “il diritto all’aborto da tutelare ovunque”. Duro l’attacco alle destre estreme, che “hanno dichiarato guerra ai diritti umani”, ha affermato. Per poi ribadire l’urgenza di “costruire insieme il bene comune, i diritti sociali per non lasciare indietro nessuno”.