Settimana preghiera unità cristiani: messaggio delle Chiese in Italia, “siamo come piccole stelle che accolgono il prossimo non come straniero ma come fratello”. “Omaggio” ai cristiani del Medio Oriente

“Illuminati dal comune battesimo, insieme siamo come piccole stelle che adornano in modo intellegibile il cielo spirituale della Chiesa di Cristo e l’intero universo. Un grande oikos capace di accogliere il prossimo non come straniero ma quale fratello e sorella che cerca una famiglia dove trovare sollievo, luce e speranza”. È il “messaggio” quest’anno che le Chiese cattolica, protestanti e ortodosse in Italia rivolgono alle loro comunità per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani che si aprirà domani e si svolgerà con incontri, momenti di preghiera, tavole rotonde e celebrazioni in tutta Italia. A firmare il testo sono mons. Derio Olivero, vescovo di Pinerolo e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo della Cei, il pastore Luca Negro in qualità di presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, e il metropolita Polykarpos, arcivescovo ortodosso d’Italia e di Malta ed esarca per l’Europa meridionale (Patriarcato ecumenico). “In oriente abbiamo visto apparire la sua stella e siamo venuti qui per onorarlo”, è il tema della Settimana scelto a livello internazionale dal Consiglio delle Chiese del Medio Oriente al quale è stato affidato il compito quest’anno di preparare e proporre i testi per le veglie di preghiera. Una terra, scrivono i responsabili delle chiese italiana, di “fascino e sapienza” ma che “agli occhi dell’uomo di oggi” è “divenuta sinonimo di luoghi martoriati, ormai teatro di sofferenze, conflitti e guerre”. Una terra “così lontana dal nostro modo di vivere la quotidianità”, che è diventata oggi culla di “un altro tipo di Ecumenismo, che possiamo definire Ecumenismo di Martirio”. “È quella terra che produce martiri che illuminano con i loro bagliori di luce il cielo spirituale dell’intera Chiesa di Cristo. È quella terra che porta alla nostra attenzione l’esempio di una fede viva che riesce a superare le differenze che dividono Cristo, unico fondamento della nostra fede”. Ai “cristiani di quelle terre lontane”, le Chiese in Italia offrono “un omaggio di ringraziamento e un piccolo fiore che noi con devozione posiamo lì dove giacciono i nostri fratelli martirizzati per Cristo”. Durante la Settimana, i cristiani pregano per “l’unità visibile della Chiesa”. Questa preghiera si rinnova ogni anno e quest’anno – scrivono i responsabili delle Chiese italiane – vuole lenire le “ferite” della “paura”, dell’”angoscia” e della “mancanza di fiducia verso il prossimo, che potenzialmente rischia di diventare la causa della nostra sofferenza”. Il quadro delineato nel messaggio in cui quest’anno si svolgerà la preghiera dei cristiani, è critico: “L’umanità di oggi si richiude in se stessa, cerca di recidere i rapporti con il prossimo e vivere non soltanto in una separatezza fisica, ma in un isolamento spirituale, che fa crescere a dismisura la sua solitudine e la sua sofferenza psicofisica. Arenandosi nella loro solitudine esistenziale, gli uomini e le donne di oggi gridano a se stessi e si chiedono: ma che valore può avere la nostra preghiera davanti alle tante divisioni che strappano l’unica tunica di Cristo? Che valore può avere la preghiera di fronte al dominio della morte?”. Da qui l’invito “a pregare e a collaborare per la riconciliazione e il superamento delle nostre divisioni”.

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