(Strasburgo) “David sapeva guardare alla sostanza delle cose. Il suo costante impegno, il dialogo con chi è più lontano, anche culturalmente, hanno rappresentato il suo metodo politico, qualcosa che lui stesso rivendicava. E questo metodo rispecchia al meglio l’anima del progetto europeo, perché è così che è stata fatta l’Europa”: lo ha affermato Enrico Letta commemorando, nell’emiciclo dell’Europarlamento, lo scomparso David Sassoli. Nell’aula la famiglia, molti leader europei, fra cui il premier Draghi, gli eurodeputati. Molte le rose bianche sugli scranni, a ricordare l’associazione “Rosa bianca” cui Sassoli faceva riferimento culturale e politico (la quale porta il nome della Weisse Rose, dei giovani tedeschi resistenti al nazismo).
“È l’Europa pensata nel manifesto di Ventotene al quale tanto si ispirava David, motivo per cui è stato particolarmente bello l’annuncio oggi, da parte del Governo italiano, di intitolargli il progetto di recupero del Carcere di Ventotene. Quell’Europa che è unione nella diversità, parole che per David non erano uno slogan retorico, ma erano vera sostanza e metodo”. Letta ha sottolineato: “David si è sempre impegnato per un’Europa che non cadesse nella tentazione dell’omologazione, lavorando per un’unità rispettosa delle tradizioni e delle specificità, perché sapeva che la diversità è la grande ricchezza del nostro continente. E questo richiede un lavoro faticoso, paziente”.
“L’Europa è un progetto di pace: David ne era fortemente convinto. Sin dalle prime esperienze politiche quando, insieme ad alcuni amici, prese parte a un gruppo politico chiamato La Rosa Bianca, direttamente ispirato a quei ragazzi cattolici tedeschi che si opposero al nazifascismo.
L’Europa è per David un processo della storia, quindi un cantiere dai tempi lunghi, che guarda naturalmente alle nuove generazioni. Anche per questo, sostenibilità e lotta al cambiamento climatico non erano per David uno dei tanti paragrafi da inserire in un discorso sull’Europa”.
“Come sarà il mondo dipende dalle nostre scelte di oggi. Come i giovani, i nostri figli, i nostri nipoti lo vivranno, dipende da noi, dal nostro amore per loro e per la nostra Terra. Dal nostro coraggio nel limitare il nostro egoismo generazionale e soprattutto dal nostro impegno a costruire un’Europa più forte. David sapeva che un’Europa forte non può esistere senza democrazia e stato di diritto, perché un dialogo pacifico tra Paesi e posizioni diverse può avvenire solo all’interno di un quadro di regole democratiche”.
“David credeva fermamente che la democrazia non potesse essere data per scontata. Deve essere combattuto, difeso. La democrazia non è un dono, ma un traguardo che va guadagnato più e più volte”.
Letta ha aggiunto: “Nel 2020, quando molte Istituzioni in tutto il mondo hanno chiuso, ha scelto di tenere aperto questo Parlamento. Oggi diamo per scontata quella scelta. Ma a quel tempo, è stata una decisione contestata, divisiva e quindi coraggiosa. Con quella decisione David ha fatto la storia. Rendendo il Parlamento europeo protagonista in un momento cruciale della nostra storia comune. Non era solo un gesto simbolico, ma soprattutto di sostanza. In un momento in cui era più necessario, un Parlamento europeo funzionante e proattivo ha consentito all’Ue di affrontare con successo la crisi del Covid. Utilizzando un approccio più comunitario rispetto a un approccio intergovernativo. Superando i veti nazionali e compiendo i primi passi concreti verso una vera Europa sociale e un’Europa della salute”.