“La scelta di David, la tua scelta, ha contribuito a una risposta europea” alla crisi generata dal Covid “basata sulla solidarietà. Una risposta lungimirante fondata sul debito comune e sulle misure di bilancio comuni ottenute attraverso Next Generation Eu. In quel periodo di svolta per l’Ue, David ha indirizzato tutte le energie del Parlamento europeo nella lotta alla pandemia. Quando gli ospedali e le unità di terapia intensiva hanno rischiato il collasso, il Parlamento ha messo a disposizione del personale medico a Bruxelles i suoi autisti e le sue auto, consentendo loro di raggiungere i malati a casa”. A Strasburgo “i locali del Parlamento sono stati messi a disposizione per ospitare un centro di screening Covid per le persone bisognose. Per molti mesi nel 2020 lo stesso Parlamento ha aperto i battenti, ospitando le donne bisognose e fornendo pasti caldi ai senzatetto e ai più poveri. Questa era l’idea di David dell’Europa e delle sue istituzioni: aperta ai cittadini e vicina ai loro bisogni”.
“Avvicinare i cittadini alle istituzioni europee è stato uno degli obiettivi per cui David ha lavorato con più determinazione e passione. È stato uno dei primi sostenitori della Conferenza sul futuro dell’Europa. […] La partecipazione dei cittadini era ed è esattamente ciò di cui la nostra democrazia ha bisogno, ora e in futuro. È il coraggio di tenere aperte le porte, di difendere e sostenere la nostra democrazia. Ed è con quel coraggio che noi – tutti noi qui riuniti oggi – dovremmo continuare a impegnarci per rendere la Conferenza un successo. Perché questo sarebbe il modo migliore per onorare la memoria di David”. Letta ha quindi ricordato l’attenzione riservata da Sassoli agli ultimi, ai giovani, ai migranti.
“L’Europa non può essere una fortezza: non lo è mai stata. David sapeva che un’Europa fortezza significa un’Europa senz’anima destinata a perdersi. È per salvare l’Europa che ha chiesto con forza e ripetutamente la costruzione di un sistema europeo comune di asilo e migrazione, per andare finalmente oltre il regolamento di Dublino”.
“Il filo conduttore di tutte le sue battaglie è chiaro: l’Unione europea è un’Unione di valori. Ecco perché dobbiamo resistere con fermezza a qualsiasi tentazione autoritaria. Contro i tentativi di mettere a tacere la stampa, di mettere a repentaglio l’indipendenza del sistema giudiziario, e contro la discriminazione delle minoranze”.
“La lotta di David per la democrazia, la libertà e lo stato di diritto è stata fonte di ispirazione per tutti noi; la sua lotta è stata un faro di speranza. Ed è su questa parola – speranza – che vorrei concludere. La speranza era il segno della leadership di David. C’era speranza nel suo sorriso, nei suoi occhi, nelle sue parole. Una delle lezioni di David è stata che la speranza non è la certezza della vittoria, ma è la consapevolezza che gli sforzi per il bene comune non sono mai vani, perché lasceranno un seme positivo nella società. E ogni seme richiede cure, richiede tempo. Quindi, abbiamo un dovere: vivere pienamente, senza perdere un solo momento, proprio come hai fatto tu, David. Hai lasciato un segno indelebile nella storia europea e nelle nostre vite. Porteremo avanti il tuo lavoro. Le tue battaglie continueranno ad essere le nostre battaglie. Non ti dimenticheremo mai. Addio David”.