“È una persona buona”. Così il Papa ha definito Željko Komšić, presidente di turno della presidenza collegiale della Bosnia ed Erzegovina, al termine dell’udienza concessa questa mattina a lui e al suo seguito, il cui colloquio privato è durato 35 minuti. Successivamente, il presidente si è incontrato con mons. Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. “Nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato, è stato espresso apprezzamento per i buoni rapporti bilaterali esistenti e sono state affrontate le priorità della Presidenza collegiale”, rende noto la Sala Stampa della Santa Sede: “Ci si è poi soffermati sulla realtà interna del Paese, ribadendo la necessità di promuovere l’uguaglianza giuridico-sociale di tutti i cittadini appartenenti a ciascun popolo costitutivo. Infine, sono state toccate alcune questioni regionali, tra cui la situazione nei Paesi dei Balcani occidentali e l’allargamento dell’Unione Europea”. Il Papa – hanno riferito i presenti all’udienza – ha donato al presidente un’opera in mosaico dal titolo “Il seminatore”, raffigurante l’uomo e la donna che rispondono all’invito del Signore nella Genesi (Gen 2, 15) e coltivano la terra e se ne prendono cura. La scritta al fianco del mosaico recita: “Il frutto della terra e del lavoro dell’uomo diventi per noi cibo di vita eterna”. Come è consuetudine con tutti i Capi di Stato, il Santo Padre ha donato inoltre a Komšić i volumi dei documenti papali, il Messaggio per la pace di quest’anno, il Documento sulla Fratellanza umana, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della Lev, e il volume su “L’appartamento pontificio delle udienze” a cura della Prefettura della Casa Pontificia. Komšić ha ricambiato donando al Papa un volume sul “Regno di Bosnia”, di Emir Filipović, e la replica del sigillo di un regnante bosniaco di epoca medievale.