“L’incontro in Prefettura è andato bene per le presenze – ministro dell’Interno, capo della Polizia, i comandanti generali di Carabinieri e Guardia di Finanza, commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura – che hanno testimoniato l’attenzione dello Stato nei confronti di Foggia”. A parlare al Sir è Pippo Cavaliere, presidente della Fondazione antiusura Buon Samaritano di Foggia, aderente alla Consulta antiusura, in occasione della visita del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese a Foggia. La responsabile del Viminale ha partecipato in prefettura a Foggia al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, al cui termine ha tenuto una conferenza stampa.
“Ci sono stati dei passaggi importanti di quanto dichiarato da Luciana Lamorgese: innanzitutto, la destinazione a Foggia di 50 nuove unità di forze di Polizia – racconta Cavaliere -. Da noi c’è stata molta polemica quando è stata ridisegnata la mappa dei Tribunali in Italia e Foggia è rimasta con un solo Tribunale. Anche se non è sua competenza, ritengo significativo il passaggio del ministro dell’Interno quando ha detto che effettivamente, quando era stata ridisegnata la mappa dei Tribunali in Italia, le condizioni erano diverse da quelle attuali. Un altro fatto importante è che la Dda (Direzione distrettuale antimafia), che ha sede a Bari, avrà una presenza costante a Foggia”.
Il presidente della Fondazione non ha dubbi: “C’è stata una forma di sottovalutazione del fenomeno criminale qui a Foggia da parte dello Stato e questa quarta mafia è cresciuta notevolmente nel tempo, estendendo le sue metastasi un po’ ovunque. Una presa di coscienza è avvenuta quando il 9 agosto 2017 sono stati ammazzati, perché si trovavano causalmente in quel luogo, due agricoltori: da allora c’è stata una presenza dello Stato completamente diversa, lo Stato ha veramente funzionato”.
Oggi, ricorda Cavaliere, “c’è stata anche la presentazione di una associazione antiracket, su impulso di Tano Grasso, presidente onorario del Fai. Alla guida della nuova associazione, ‘Luigi e Aurelio Luciani’ ci saranno imprenditori che sono stati vittime di estorsione e che hanno avuto il coraggio di denunciare”.
Il presidente della Fondazione offre un quadro della situazione: “Noi con la Fondazione negli ultimi anni abbiamo registrato, in conseguenza della pandemia, una recrudescenza del fenomeno usuraio, per le difficoltà economiche in cui versano tante famiglie, che purtroppo non hanno trovato alternativa al mercato illecito del denaro. Un fenomeno molto grave che noi come Fondazione abbiamo denunciato è la ricerca del consenso sociale da parte delle associazioni criminali. Nel periodo di pandemia stiamo assistendo tante famiglie, anche durante il lockdown, grazie all’impegno dei volontari. Tra le famiglie che si sono rivolte a noi, alcune ci hanno confidato di essere state avvicinate da persone riconducibili a organizzazioni criminali che offrivano gratuitamente buoni spesa e beni alimentari nell’immediato, sottolineando che gli aiuti dello Stato sarebbero arrivati con più lentezza. Un modo, insomma, per conquistarsi la gratitudine della gente e in futuro favori in attività minori come il trasporto di droga o fare da palo. Quello che Lamorgese ha chiamato il welfare mafioso di prossimità. E questo è molto grave. Eppure, in questo periodo, c’è stata una diminuzione delle denunce per usura perché la criminalità organizzata incute paura. Tutto ciò ha conseguenze devastanti per il nostro territorio e per la nostra economia”.