“Ci troviamo come Paese in una grave crisi globale e democratica; l’essere umano con la sua dignità, soprattutto il povero, viene messo da parte dal regime politico, per dare rilevanza a un sistema ideologico esclusivo, perdendo in tal modo il senso della democrazia come potere del popolo”. È la denuncia contenuta nell’esortazione pastorale “Che il tuo grande amore, Signore, sempre ci accompagni, così come speriamo da te” della Conferenza episcopale venezuelana (Cev), diffusa al termine della propria assemblea plenaria e letta dal nuovo presidente dell’organismo ecclesiale, mons. Jesús González de Zárate, arcivescovo di Cumaná.
Nel documento, i vescovi del Venezuela sottolineano tre realtà specifiche della “dolorosa situazione del Paese”: “lo smantellamento delle istituzioni democratiche e delle imprese statali”, “il drammatico esodo dovuto all’emigrazione forzata da quasi sei milioni di connazionali espatriati per la mancanza di opportunità di sviluppo nel Paese” e “la povertà della stragrande maggioranza della nostra popolazione, con particolare attenzione alla malnutrizione infantile e alle situazioni di ingiustizia vissute dagli anziani”. Aggiungono, poi, che, oltre a questi aspetti, “ci sono i danni psicologici, morali e spirituali che i venezuelani subiscono nel dramma che stiamo vivendo”.
L’esortazione continua specificando che “c’è un obiettivo fondamentale: convertire l’essere umano, creato da Dio come essere libero e responsabile, in un semplice esecutore di centri di potere idolatrici”. Di conseguenza, “ciò che è veramente in gioco, in mezzo a tutto questo deterioramento, è la persona umana nella pienezza della sua vocazione. Quando un’ideologia prevale come sistema di potere, violando i diritti umani e negando la dignità della persona, genera ingiustizia e violenza istituzionale”.