“Tra le armi che l’umanità ha prodotto, destano speciale preoccupazione quelle nucleari”. E’ il grido d’allarme del Papa, che nel discorso al Corpo diplomatico ha ricordato che a fine dicembre scorso è stata ulteriormente posticipata, a causa della pandemia, la X Conferenza d’Esame del Trattato sulla Non-Proliferazione Nucleare, che era prevista a New York in questi giorni. “Un mondo libero da armi nucleari è possibile e necessario”, ha ribadito Francesco, auspicando che “la comunità internazionale colga l’opportunità di quella Conferenza per compiere un passo significativo in tale direzione”. “Chi possiede armi, prima o poi finisce per utilizzarle”, ha fatto notare il Papa, stigmatizzando anche “la disponibilità e l’utilizzo di armamenti autonomi, che possono avere conseguenze terribili e imprevedibili, mentre dovrebbero essere soggette alla responsabilità della comunità internazionale”. “La Santa Sede rimane ferma nel sostenere che le armi nucleari sono strumenti inadeguati e inappropriati a rispondere alle minacce contro la sicurezza nel 21° secolo e che il loro possesso è immorale”, ha confermato Francesco: “La loro fabbricazione distoglie risorse alle prospettive di uno sviluppo umano integrale e il loro utilizzo, oltre a produrre conseguenze umanitarie e ambientali catastrofiche, minaccia l’esistenza stessa dell’umanità”. La Santa Sede, inoltre, “ritiene parimenti importante che la ripresa a Vienna dei negoziati circa l’Accordo sul nucleare con l’Iran (Joint Comprehensive Plan of Action) possa conseguire esiti positivi per garantire un mondo più sicuro e fraterno”.