La Conferenza episcopale del Guatemala (Ceg), in una nota, condanna con forza, esprimendo grande preoccupazione, i gesti di violenza che si sono verificati tra le popolazioni dei municipi di Nahualá e Santa Catarina Ixtahuacán, nel dipartimento di Sololá. Tra i due Comuni esiste da molto tempo una forte controversia, soprattutto per il possesso di alcune porzioni di terra, ma in queste ultime settimane (a partire da un massacro di 13 persone, lo scorso 18 dicembre nel comune di Nahualá) la violenza è salita di tono, con l’entrata in scena di veri e propri gruppi armati, e ha provocato morti (tra cui quattro agenti di polizia) e feriti. Tra le vittime, segnala il messaggio della Ceg, “principalmente abitanti delle località, tra i quali bambini, donne, e persone innocenti, che solamente cercavano di sostentare le proprie famiglie, oltre che membri delle forze dell’ordine”. Prosegue la nota: “Condanniamo ed esprimiamo la nostra indignazione per l’uso della violenza come metodo per raggiungere i propri obiettivi. La violenza genera solo più violenza”.
Dai vescovi arriva, dunque, un “appello a tutti gli abitanti di questi popoli sorelle e specialmente ai suoi leader riconosciuti per cercare mezzi pacifici e a norma di legge per argomentare posizioni o salvaguardare diritti. Gli eventi violenti rendono indifendibili le prospettive di coloro che ritengono di avere validi motivi per difendere i propri diritti e le proprie rivendicazioni. Crediamo che i meccanismi di dialogo debbano continuare a essere i canali fondamentali per la risoluzione del problema che ha generato polarizzazione e conflitto. Per questo motivo, chiediamo alle autorità nazionali e alla popolazione locale di non smettere di cercare soluzioni per disinnescare la violenza”.