“Questi simboli sono per noi un segno di comunione con il Papa, con la Chiesa universale e con tutti i giovani del mondo. Esorto a vivere questo tempo di grazia con gioia cristiana, nella consapevolezza che il Signore Gesù è con noi. Uniamo la nostra speranza e fiducia al rigoroso rispetto degli standard di sicurezza emanati dalle autorità competenti”. È quanto scrive l’arcivescovo della arcidiocesi portoghese di Évora, mons. Francisco Senra Coelho, nel suo messaggio inviato ai giovani in occasione dell’arrivo, ieri (fino al 15), in diocesi del pellegrinaggio dei simboli della Gmg, la Croce e l’icona mariana, in vista della Gmg di Lisbona del 2023. Mons. Coelho invita alla preghiera affinché “in questo mese di gennaio, prevedibilmente preoccupante per l’evoluzione della pandemia da Covid-19, potremo valorizzare la qualità dei nostri incontri per svolgere al meglio ciò che ci sarà permesso di fare”. Richiamando quanto espresso da Papa Francesco in merito alle Gmg che non sono “fuochi d’artificio o momenti di entusiasmo” ma “tappe di un lungo cammino, iniziato nel 1985, per iniziativa di Papa Giovanni Paolo II”, l’arcivescovo ha ribadito l’importanza dell’accompagnare i giovani, tema oggetto anche di una pubblicazione curata in Portogallo da mons. Nuno Almeida , vescovo ausiliare di Braga. “I giovani hanno bisogno di persone che abbiano fiducia in loro, che sappiano individuare i semi di bene presenti nella loro vita. Il problema spesso non sono i giovani ma noi adulti; cristiani troppo diluiti, troppo poco discepoli di Gesù; una Chiesa troppo burocratica, capace di dire a tutti cosa fare, ma non una famiglia di Dio in grado di camminare con gioia, riconoscendo soprattutto le proprie debolezze. Tanti giovani si sono allontanati da noi adulti, da noi cristiani, da noi Chiesa perché non sono entrati in contatto con una santità viva, con una vita buona, bella e vera. E quindi attraente e affascinante. La disponibilità all’accompagnamento – conclude l’arcivescovo – è l’atteggiamento fondamentale di riforma pastorale e di conversione che ci rende ‘Chiesa in uscita’”.