“Circa 750 bambini sono rimasti senza casa in quello che è già il secondo incendio di quest’anno che ha devastato i campi profughi Rohingya a Cox’s Bazar, in Bangladesh”. Lo afferma Save the Children.
L’incendio è divampato domenica sera nel più grande insediamento di rifugiati del mondo a Cox’s Bazar, che ospita oltre 1 milione di persone, distruggendo 300 rifugi, che per più di quattro anni sono stati la cosa più vicina a una casa per le famiglie Rohingya in fuga dal Myanmar.
Secondo Save the Children, “circa 1.500 persone sono rimaste senza riparo, inclusi 750 bambini, e quattro centri di apprendimento temporanei sono stati ridotti in cenere”.
Alcune famiglie hanno trovato rifugio da parenti nel campo colpito, mentre altre sono state sfollate nei campi vicini. Fortunatamente non è stata segnalata alcuna vittima, anche se due persone sarebbero rimaste ferite.
“Sono trascorsi solo 10 giorni dall’inizio del 2022 e questo è già il secondo incendio dell’anno. Ancora una volta, migliaia di rifugiati Rohingya hanno visto quel poco che era rimasto loro ridotto in macerie. Questi campi avrebbero dovuto essere sicuri per i rifugiati fuggiti dalle loro case in Myanmar più di quattro anni fa. Dovrebbero essere consentiti e utilizzati per la costruzione dei ripari materiali resistenti al fuoco. Il rischio di incendi in queste aree così densamente popolate e ristrette è enorme, e disastri come questo possono essere particolarmente spaventosi per i bambini. In definitiva, questo incidente mostra ancora una volta come i campi profughi non siano luoghi adatti ai minori”, ha dichiarato Shamim Jahan, direttore nazionale ad interim di Save the Children in Bangladesh.
Nel marzo dello scorso anno un enorme incendio ha colpito i campi profughi, uccidendo almeno 15 persone e distruggendo più di 10.000 rifugi. Solo nei primi sette mesi del 2021 ci sono stati almeno 100 incendi nei campi.
Save the Children teme che l’incendio possa innescare traumi passati nei bambini, molti dei quali hanno visto le loro case incendiate in Myanmar. In un sondaggio condotto nell’agosto dello scorso anno, circa il 73% del personale di Save the Children ha affermato che i bambini con cui hanno lavorato hanno fatto riferimento a esperienze traumatiche in Myanmar parlando di eventi più recenti nei campi, inclusi gli incendi.
Save the Children sta fornendo primo soccorso e supporto psicologico ai minori in difficoltà: sta distribuendo coperte e zanzariere alle famiglie che sono rimaste senza casa a causa dell’incendio e sta lavorando per identificare i bambini smarriti e riunirli alle loro famiglie.
L’organizzazione chiede inoltre alla comunità internazionale di trovare una soluzione a lungo termine alla crisi dei Rohingya che affronti le sue cause profonde e consenta un ritorno sicuro, dignitoso e volontario dei rifugiati Rohingya in Myanmar quando sarà possibile e sicuro farlo.