“Le differenze e i contrasti che creano separazione non dovrebbero avere dimora presso i credenti in Cristo”. Ne è convinto il Papa, che nella parte finale dell’udienza di oggi, svoltasi in Aula Paolo VI e dedicata alla Lettera di San Paolo ai Galati, ha citato il monito contenuto nella Lettera di un altro apostolo, Giacomo: “State attenti con le differenze, perché voi non siete giusti. Quando a messa entra uno che porta un anello d’oro, è ben vestito, lo fanno sedere al primo posto. Quando entra un povero, che ha a malapena qualcosa per coprirsi, gli dicono: ‘accomodati lì al fondo’”. “Queste differenze le facciano noi tante volte, in modo inconscio”, il grido d’allarme di Francesco: “Siamo uguali. La nostra vocazione è piuttosto quella di rendere concreta ed evidente la chiamata all’unità di tutto il genere umano. Tutto quello che esaspera le differenze tra le persone, causando spesso discriminazioni, tutto questo, davanti a Dio, non ha più consistenza, grazie alla salvezza realizzata in Cristo. Ciò che conta è la fede che opera seguendo il cammino dell’unità indicato dallo Spirito Santo. E la nostra responsabilità è camminare decisamente su questa strada della uguaglianza, ma sostenuta, realizzata dalla redenzione di Gesù”. “Paolo afferma la profonda unità che esiste tra tutti i battezzati, a qualsiasi condizione appartengano – siamo uomini e donne, uguali – perché ciascuno di loro, in Cristo, è una creatura nuova”, ha ricordato il Papa: “Ogni distinzione diventa secondaria rispetto alla dignità di essere figli di Dio, il quale con il suo amore realizza una vera e sostanziale uguaglianza. Tutti, tramite redenzione di Cristo e battesimo che abbiamo ricevuto, siamo uguali: figli e figlie di Dio, uguali. Siamo dunque chiamati in modo più positivo a vivere una nuova vita che trova nella figliolanza con Dio la sua espressione fondante. Uguali perché figli di Dio, e figli di Dio perché ci ha redenti Cristo e siamo entrati in questa dignità tramite il battesimo. È decisivo anche per tutti noi oggi riscoprire la bellezza di essere figli di Dio, di essere fratelli e sorelle tra di noi perché inseriti in Cristo che ci ha redenti”. “E non dimenticatevi, quando tornate a casa: quando sono stato battezzato?”, l’invito finale: “domandare quando viene questa data, e festeggiare anche”.