“Se io oggi domandassi chi di voi sa la data del proprio battesimo, credo che le mani alzate non sarebbero tante. E invece è la data nella quale siamo stati salvati, la data nella quale siamo diventati figli di Dio”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, svoltasi in Aula Paolo Vi e dedicata ancora una volta alla lettera di San Paolo apostolo ai Galati. “Adesso coloro che non la conoscono domandino al padrino, alla madrina, alla mamma, allo zio quando sono stato battezzati – l’invito ancora a braccio – per ricordare ogni anno quella data: è la data nella quale siamo diventasti figli di Dio”. “Noi cristiani diamo spesso per scontato questa realtà di essere figli di Dio”, ha fatto notare Francesco, secondo il quale “è bene invece fare sempre memoria grata del momento in cui lo siamo diventati, quello del nostro battesimo, per vivere con più consapevolezza il grande dono ricevuto”. San Paolo, ha ricordato il Papa, “afferma che la fede permette di essere figli di Dio in Cristo, questa è la novità. È questo ‘in Cristo’ che fa la differenza. Tutti, uomini e donne siamo figli di Dio, qualsia religione abbiamo, ma ‘in Cristo’ è quello che fa la differenza per i cristiani. E questo soltanto avviene nella partecipazione alla redenzione di Cristo, che incomincia col battesimo. Gesù Cristo è diventato nostro fratello, e con la sua morte e risurrezione ci ha riconciliati con il Padre. Chi accoglie Cristo nella fede, per il battesimo viene rivestito di Lui e della dignità filiale”.