240 minori stranieri non accompagnati sono stati accolti, nel solo mese di agosto, dalle equipe di Terre des hommes in Sicilia. La quarantena e le misure anti-Covid, che i ragazzi scambiano per ulteriore situazione di detenzione, hanno acuito disagi, stress e ansia, per cui è sempre più necessario fornire assistenza psicologica e psicologica. Da fine luglio Terre des hommes è presente con un’equipe di psicologi e mediatori linguistici culturali a Pozzallo, in banchina, presso l’hotspot e al centro di accoglienza ex azienda Don Pietro di Cifali (Ragusa). “I minori incontrati – spiega Valentina Gulino, psicologa di Terre des hommes – provengono da Paesi in cui le norme sanitarie inerenti la gestione del Covid-19 e i tempi di quarantena a seguito di contatti con persone risultate positive, sono protocolli sconosciuti, difficili da comprendere e causa di forte stress e paura. Perché siamo in carcere? Ci chiedono. Il prolungarsi dei tempi di quarantena e la percezione di privazione della libertà soprattutto in quei casi in cui non è possibile uscire negli spazi esterni dell’hotspot, sono elementi che attivano significativa sofferenza psicologica. Abbiamo rilevato un incremento dei sintomi di ansia, panico e tristezza oltre che l’acuirsi di sintomi post traumatici dovuti alle precedenti esperienze di violenza e tortura sperimentate durante la rotta migratoria e nei Paesi di origine”. Ci sono minori, “anche molto piccoli, di 13 o 14 anni, che chiedono di poter capire il perché di certe misure – racconta Najla Hassen, mediatrice linguistico culturale dell’equipe -. Diversi vogliono riabbracciare la propria famiglia, perché le quarantene e le misure anti Covid spaventano”. Un’attenzione particolare è rivolta ai minori di 14 anni che sono più soggetti a episodi di bullismo. Nel corso di agosto il progetto sono stati segnalati ai Servizi del territorio ben 13 casi. “È urgente che ai ragazzi sia garantita l’accoglienza in strutture con spazi adeguati, che permettano di rispettare al meglio le norme di distanziamento e protezione dal Covid-19, ma anche un servizio di mediazione che consenta loro di capire le ragioni di tali norme senza causare ulteriori ansie e preoccupazioni”, chiede Federica Giannotta, responsabile advocacy e programmi Italia di Terre des hommes.