“Vogliamo imparare da Maria ad avere uno sguardo attento e premuroso verso gli altri per accompagnare la vita, ci dice il Papa: la vita che nasce e che ha dignità fin dal suo concepimento; la vita dei ragazzi, che inizieranno un nuovo anno scolastico in cui genitori, scuola e Chiesa dovranno reinventarsi relazioni personali e metodi educativi, dopo un lungo periodo di didattica a distanza; accompagnare la vita di ragazzi che vediamo molto spesso sbandati e senza figure di riferimento, in strade periferiche e del centro, in cui il monito al rispetto delle leggi, dell’anziano passante, del disabile, non c’è più; accompagnare la vita dei lavoratori che ricevono magri stipendi in ditte e aziende agricole; dei poveri delle nostre mense; accompagnare la vita dei malati terminali non con il suicidio assistito, ma con le cure palliative che sostengono nel dolore umanamente”. Lo ha detto, stamattina, mons. Luigi Renna, vescovo di Cerignola-Ascoli Satriano, nell’omelia del pontificale in onore di Maria SS.ma di Ripalta, invitando a chiedersi: “Stiamo, come Maria, accompagnando la vita?”.
“Come Maria sosteniamo la speranza”, l’invito del presule, che ha aggiunto: “Quando ci affidiamo alle parole del Vangelo, noi andiamo oltre le nostre beghe, le nostre paure, le nostre visioni ristrette, le nostre strategie di equilibrismi. Non è una vaga speranza quella che indica Maria, ma la fiducia nel Vangelo, quello dei Comandamenti dell’Amore e delle Beatitudini”.
“Essere segno di unità”, ancora un’esortazione del vescovo: a Cana “Maria unisce quella famiglia che si stava disperdendo attorno alla mensa di una festa che stava finendo male. Raduna anche noi, con visioni diverse, forse anche persone diversamente o per nulla credenti, raduna tutti i cerignolani nel giorno della sua festa. E ci insegna che c’è qualcosa di più grande della nostra visione parziale, della nostra appartenenza politica, persino della nostra appartenenza di fede. C’è la fraternità”. Si tratta di “un concetto presente in tante culture, insieme all’eguaglianza e alla libertà”. Ma “per il cristiano è più importante di tutto la fraternità, come dice Papa Francesco, perché dà senso alla stessa libertà e all’uguaglianza”. Mons. Renna ha concluso: “Per noi non è importante essere soci, ma essere fratelli; e tali siamo come figli di un unico Padre. Maria Santissima di Ripalta tenga uniti come fratelli questi suoi figli nella città, nelle borgate, nelle campagne, nelle varie attività, nelle diverse visioni politiche. Perché più grande di ogni cosa è la carità”.