Nella giornata in cui la Chiesa ricorda la Natività di Maria, si sta svolgendo in piazza Pia ad Albano Laziale (Rm) il rito di consacrazione del 163° vescovo nella cronotassi episcopale della diocesi suburbicaria di Albano, mons. Vincenzo Viva, il primo ad essere ordinato nella città alle porte di Roma. Per questo, nell’omelia il card. Semeraro ha proposto anche una riflessione legata alla Vergine e al senso della vita. “La festa di oggi illumina entrambi – riferendosi anche al proprio 50° di ordinazione sacerdotale –. E non soltanto noi, perché la nascita della beata Vergine Maria è ‘speranza e aurora di salvezza per il mondo intero’”. L’omelia del card. Semeraro si è conclusa con una sorta di passaggio del testimone spirituale e pastorale al suo successore: “Negli anni di ministero episcopale qui ad Albano mi sono impegnato nella fondamentale prospettiva di una pastorale generativa”, “che intende generare alla fede avendo a cuore prima di tutto le persone”. Se, anche alla luce della pandemia, ha proseguito il card. Semeraro, “nella società si avverte l’esigenza di una politica della cura”, “anche noi sentiamo il bisogno di una pastorale di cura”. E ancora, rivolgendosi al nuovo vescovo: “Per il tuo stemma episcopale hai voluto il motto: ‘Euntes praedicate et curate’! Non è più, allora, un testamento il mio, ma un testimone che oggi vedo raccogliere dalla mia mano. Te lo consegno con intima gioia, perché il lasciar andare è la perfezione della paternità. Lasciar andare significa, infatti, affidare ad altri ciò che si è aiutato a nascere e crescere, perché germoglino fiori nuovi che diano nuovi frutti”.