Sono cristiani, ebrei e musulmani i pazienti accolti ogni giorno al Saint Louis Hospital di Gerusalemme. Sono malati cronici, per lo più anziani, o persone affette da gravi patologie in stadio terminale. Dalla fine del XIX secolo la struttura, gestita dalla congregazione francese delle suore di San Giuseppe dell’Apparizione, opera di fronte a New Gate, una delle porte di accesso alla Città Vecchia, su una strada che dal 1948 al ’67 segnava il confine tra Israele e Giordania. I segni della guerra si vedono ancora su muri e vetrate del nosocomio. Ma il desiderio di donare bellezza ai malati è forte e con questo obiettivo nasce il progetto “Gerusalemme. Dona vita al Saint Louis” per la realizzazione di un giardino che “dia respiro ai nostri ospiti e alle loro famiglie – spiegano le suore di San Giuseppe dell’Apparizione –. L’ospedale è da sempre segno di riconciliazione e di pace. In un contesto segnato da tensioni e conflitti, offre cure palliative e geriatriche accogliendo, senza distinzioni, pazienti di ogni etnia e religione. Le famiglie si incontrano e accompagnano i loro cari con l’assistenza compassionevole dello staff, anch’esso di diverse confessioni”. Si può contribuire con una donazione attraverso la ong milanese Celim, partner dell’iniziativa. “Il nuovo spazio all’aperto donerà luce e condivisione a pazienti oncologici e senza più autonomia personale, perché godano anche di piccole cose che la vita può anche riservare loro”, concludono dal St. Louis Hospital.