“La sinodalità in questa prospettiva è ben più che la celebrazione di incontri ecclesiali e assemblee di vescovi, o una questione di semplice amministrazione interna alla Chiesa; essa indica lo specifico modus vivendi et operandi della Chiesa Popolo di Dio che manifesta e realizza in concreto il suo essere comunione nel camminare insieme, nel radunarsi in assemblea e nel partecipare attivamente di tutti i suoi membri alla sua missione evangelizzatrice”. A precisarlo è il documento preparatorio del Sinodo, che ruota intorno ai tre assi portanti di una Chiesa sinodale: “comunione, partecipazione e missione”. La prassi sinodale, si fa notare del testo, è diffusa fin dai primi millenni “a tutti i livelli della vita della Chiesa – locale, provinciale, universale”, e ha trovato nel Concilio Vaticano II la sua espressione più alta. “La consultazione del popolo di Dio non comporta l’assunzione all’interno della Chiesa dei dinamismi della democrazia imperniati sul principio di maggioranza, perché alla base della partecipazione a ogni processo sinodale vi è la passione condivisa per la comune missione di evangelizzazione e non la rappresentanza di interessi in conflitto”, si ribadisce nel documento a proposito della sinodalità, che è “un processo ecclesiale che non può realizzarsi se non in seno a una comunità gerarchicamente strutturata” . “È nel legame fecondo tra il sensus fidei del Popolo di Dio e la funzione di magistero dei Pastori che si realizza il consenso unanime di tutta la Chiesa nella medesima fede”, si legge ancora nel testo, in cui si esorta a “scoprire il volto e la forma di una Chiesa sinodale, in cui ciascuno ha qualcosa da imparare. Popolo fedele, collegio episcopale, vescovo di Roma: l’uno in ascolto degli altri; e tutti in ascolto dello Spirito Santo”. “Il vescovo di Roma, quale principio e fondamento di unità della Chiesa, richiede a tutti i vescovi e a tutte le Chiese particolari, nelle quali e a partire dalle quali esiste l’una e unica Chiesa cattolica, di entrare con fiducia e coraggio nel cammino della sinodalità”, l’esortazione, a partire dalla consapevolezza che “una Chiesa sinodale è una Chiesa in uscita, una Chiesa missionaria, con le porte aperte”, che “abbraccia l’intera umanità”.