“Ricercare nuove strade per potere incontrare e confrontarsi con i genitori, le istituzioni scolastiche e quelle pubbliche in questo momento delicato per il rilancio della scuola italiana; dare priorità al dialogo con le famiglie per il confronto sulle nuove prospettive della scuola, per consolidare la cultura della educazione partendo dal Patto di corresponsabilità e dai patti territoriali; completamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche del sistema nazionale dell’istruzione perché passaggio obbligato per garantire una maggior qualità delle scuole”: sono alcuni degli impegni assunti dall’Agesc al termine del Consiglio nazionale che si è svolto ad Udine il 4 e il 5 settembre scorsi, come si legge in una nota diffusa oggi. L’Agesc accoglie le sollecitazioni di mons. Vincenzo Zani, segretario della Congregazione per l’educazione cattolica, “ad agire come depositari del dovere e del diritto primario e irrinunciabile di educare i figli, collaborando con la scuola”. Questo significa, per l’associazione “fare propri i principi del patto educativo globale, basati sui valori cristiani che mettono il fanciullo al centro dell’azione educativa, e promuovere la famiglia (quella formata da un uomo e da una donna) come la prima cellula educativa, che ha il compito di aiutarli a sviluppare nella libertà la propria identità personale e i propri talenti”. Per la crescita culturale e umana dei ragazzi, l’Agesc ribadisce “la necessità di ritornare in presenza nelle scuole, ascoltare e parlare con i genitori, far ripartire il dialogo con docenti e dirigenti: il futuro dei nostri figli dipende dal nostro agire nel presente. Occorre poi permettere che i genitori siano veramente liberi nell’esercitare il diritto di scelta educativa, senza andare incontro ad oneri ingiusti”. A tale riguardo l’Agesc ribadisce che “una reale parità tra scuole statali e non statali è condizione ineludibile per far fare al sistema scolastico italiano il necessario salto di qualità, come dimostrano le graduatorie internazionali sulla scuola dell’Ocse che vedono ai primi posti in Europa per risultati ottenuti i Paesi che garantiscono la libertà di scelta della scuola (nell’ordine Finlandia, Danimarca, Belgio, Olanda, Svezia …)”. L’Associazione perciò si impegna “a riprendere il dialogo e la collaborazione con le istituzioni pubbliche a livello locale, regionale e nazionale per raggiungere questo obiettivo di giustizia, potenziando la comunicazione nella pubblica opinione e la creazione di relazioni e reti con istituzioni e associazioni della scuola”.