Giovani, formazione, tirocini, lavoro, autoimprenditorialità. Sono queste le parole chiave di “Orientarsi a partire da sé”, un progetto di accompagnamento personalizzato dedicato a contrastare il fenomeno crescente dei Neet – ragazzi né occupati né impegnati in corsi di istruzione o formazione – che in Umbria, secondo i dati Eurostat 2020, interessa circa 20 giovani su 100. Nata con lo scopo di garantire azioni realizzate in rete per migliorare la capacità del territorio di fare sistema nella costruzione di strumenti a favore dell’inclusione sociale e lavorativa dei giovani Neet, l’iniziativa è frutto della sinergia tra la Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, ente capofila, le diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Gubbio e l’Arpal, l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro.
Questa mattina è stata siglata la convenzione che dà il via al progetto da parte della presidente della Fondazione Cristina Colaiacovo, del vescovo di Assisi -Nocera Umbra – Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, del vescovo di Gubbio, mons. Luciano Paolucci Bedini, e del direttore dell’Arpal Luigi Rossetti.
“Orientarsi a partire da sé” è rivolto a giovani maggiorenni con meno di 35 anni che non studiano, non lavorano, non seguono un percorso professionale e, in particolare, non usufruiscono di alcun programma di politica attiva della Regione Umbria, residenti nei comuni delle diocesi di Assisi e Gubbio.
Dopo l’individuazione e la selezione dei partecipanti, sono previsti tre possibili percorsi di inserimento: formazione professionale, tirocini, autoimprenditorialità. È previsto anche uno studio ad hoc per valutare l’impatto del progetto sul territorio.
“Questo progetto – afferma mons. Luciano Paolucci Bedini -, che nasce dalla sinergia tra soggetti differenti, è scaturito da un profondo dialogo tra le parti con il comune orizzonte di provare sinceramente a porre in atto un segno di fiducia e speranza sul fronte della promozione del lavoro per i giovani. Ogni diversa istituzione ha voluto mettere in rete le proprie specifiche risorse, anche oltrepassando i consueti territori di competenza per unire le azioni di intervento a favore dei giovani che si aprono al mondo del lavoro in una stagione fortemente critica e incerta”. “Non una forma di assistenzialismo fine a se stessa e deresponsabilizzante per i giovani, ma una chiara occasione di investimento di sé per il futuro”, aggiunge.
“Nella nostra regione si contano circa 35mila Neet, secondo gli ultimi dati Istat, e l’Umbria è stata l’area d’Italia con il maggiore incremento (+25%) di Neet nella fascia di età compresa tra i 15 e i 25 anni, essendo aumentato notevolmente anche l’abbandono scolastico”, precisa mons. Sorrentino, ricordando anche il “Premio Francesco di Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità”. “Credo che, come Chiesa, sia importante la nostra presenza, il nostro impegno e le nostre forze per aiutare i giovani e coloro che per diverse ragioni sono usciti dal mercato del lavoro ad imboccare la via giusta per prendere in mano il loro futuro”, conclude.