“Sul miliardo per i borghi del Pnrr bisogna correre ma no ai finanziamenti a pioggia. Dobbiamo indicare una strada, servono modelli e prototipi che dimostrino che se si interviene concretamente su un piccolo borgo lo si può ripopolare costruendogli una vocazione. Se questo strumento funziona poi verrà copiato aggiungendo le risorse private a quelle già messe dallo Stato. L’investimento sui borghi oggi non è più un’esigenza per chi ci vive ma un’occasione economica per il Paese”. Lo ha affermato il ministro della Cultura, Dario Franceschini, intervenendo alla conferenza “Borghi, comunità e territori. Legge 158/17 e Pnrr per un’Italia che fa l’Italia” organizzato dalla Fondazione Symbola nell’ambito del Festival della Soft Economy.
“Non servono finanziamenti a pioggia”, ha spiegato Franceschini, secondo cui “serve invece un’inversione di tendenza per far rinascere i borghi. Stiamo lavorando con le Regioni e l’Anci affinché si possano individuare dei siti, con determinate caratteristiche – borghi piccolissimi, quasi del tutto disabitati – a cui attribuire una vocazione prevalente su cui lo Stato possa impiegare le risorse per interventi sul patrimonio pubblico e privato”. “Per vocazione – ha precisato – intendo quella turistica con un hotel diffuso, ma anche quella della formazione con un ente di ricerca di un’università o quella sanitaria come potrebbe essere una residenza sanitaria per anziani. Se funziona e si vede che un borgo condannato a crollare viene ripopolato e se la gente trova lavoro, quel borgo può diventare un modello”.