Willy Monteiro: mons. Parmeggiani (Tivoli e Palestrina), “di lui è rimasto l’esempio di un giovane uomo giusto”

“Cessato il clamore mediatico, la passerella dei politici che lo scorso anno in occasione della morte del nostro carissimo Willy Monteiro Duarte, dovevano parlare, farsi vedere, tener viva la notizia dalla sera della tragica morte fino al giorno delle esequie, dopo un anno mi vorrei domandare con voi stasera cosa è rimasto di tutto ciò che abbiamo vissuto, delle promesse fatte in quel frangente, ma soprattutto vorrei domandarmi con voi cosa è rimasto della vicenda di Willy e, come probabilmente si saranno domandati i suoi genitori in questi mesi e tutti coloro che hanno voluto veramente bene a questo giovane bravo che non ha esitato a dare la vita per cercare di salvare un amico, dove è, ora, tutto ciò che è stato di Willy?”: con questo interrogativo mons. Mauro Parmeggiani, vescovo di Tivoli e di Palestrina, ha iniziato l’omelia della messa in suffragio di Willy Monteiro Duarte, nel primo anniversario della morte, nella chiesa di Sant’Andrea Apostolo, a Paliano.
“Di Willy è rimasto sicuramente in molti un bel ricordo – ha osservato il presule -. Il ricordo di un volto che tutti abbiamo imparato a riconoscere per lo sguardo limpido e gioioso e che di tanto in tanto compare ancora come il simbolo di un giovane cristiano coraggioso che ha amato. Sono rimasti affreschi sui muri, parchi e vie a lui intitolate”. Dunque, “è rimasto l’esempio di un giovane uomo giusto, giunto in breve alla perfezione e che per il gesto di amore compiuto e – come abbiamo ascoltato nella prima lettura – perché la malvagità non alterasse la sua intelligenza o l’inganno non seducesse la sua anima, poiché il fascino delle cose frivole oscura tutto ciò che è bello e il turbine della passione perverte un animo senza malizia, ha conseguito la pienezza di tutta una vita. Gradita al Signore, la sua anima si affrettò ad uscire dalla malvagità”.

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