Sessanta feriti, scontri con la polizia e gas lacrimogeni. Su questo sfondo domenica mattina a Cetinje, capitale storica del Montenegro ma allo stesso tempo luogo simbolico per la Chiesa ortodossa serba, si è svolta la cerimonia di intronizzazione del nuovo metropolita ortodosso serbo di Montenegro e del Litorale, Joanikije. Il metropolita e il patriarca serbo Porfirije sono arrivati in elicottero e con una scorta di polizia significativa perché le strade dalla capitale Podgorica verso Cetinje erano bloccate dai manifestanti che scandivano “Questa non è Serbia!”, “Qui è Montenegro!”. Dietro le proteste però molti analisti hanno visto motivazioni politiche perché il malcontento è stato largamente appoggiato – questa almeno l’analisi più accreditata – dal partito democratico dei socialisti all’opposizione Dps dell’attuale presidente della Repubblica Milo Djukanovic descritto per la sua posizione antiserba. Secondo il giornale montenegrino Monitor però Djukanovic “andava d’accordo con il precedente metropolita Amfilohije, morto per Covid-19 nell’ottobre dell’anno scorso”. Infatti, la cerimonia ortodossa doveva essere largamente attesa anche dal presidente serbo Alexander Vucic e diversi rappresentanti del corpo diplomatico ma vista la situazione, la Chiesa ortodossa serba ha rinunciato.
L’analista dei Balcani e ricercatore dell’Open society fondation in Bruxelles Srdjan Cvijic ha definito le tensioni “un colpo di stato mascherato come opposizione a una cerimonia religiosa” sottolineando la partecipazione in prima linea dell’ex ministro degli interni ed attuale consigliere della Presidenza della Repubblica, Veselin Veljovic, esponente Dps, in seguito arrestato dalle forze dell’ordine. Condanna di ogni violenza è arrivata anche da parte dell’ambasciatore Ue in Montenegro, Oana Cristina Popa, che ha chiesto “di fermare le divisioni etniche e religiose e l’intolleranza. Diversamente questo minerà la bellissima tradizione di coesistenza pacifica e armoniosa tra diverse comunità etniche e religiose e allontanerà il Montenegro dal suo cammino europeo”. Uguale posizione è stata espressa dagli ambasciatori di Germania, Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti rilasciando una dichiarazione comune. Il 45% degli abitanti del Montenegro è d’origine montenegrina, mentre il 29% è di origine serba.