“Per la vita della Chiesa è molto importante tornare in presenza e sperare che ciò possa avvenire in modo sempre più libero”. Così mons. Stefano Russo, segretario generale della Cei, ha risposto ad una domanda sulla fase attuale della pandemia, nel corso della conferenza stampa di presentazione del comunicato finale del Consiglio permanente della Cei. “Anche l’utilizzo dello schermo e delle tecnologie digitali, ma nella fase più acuta della pandemia, è stato importante – ha precisato il vescovo – perché ha messo in evidenza nella comunità la voglia di trovarsi, e di farlo in presenza”. “Gli strumenti digitali sono molto utili – ha osservato il segretario generale della Cei – e continueranno ad esserlo per tante situazioni, ma la vita normale è incontrare le persone, ascoltarsi reciprocamente per vivere una prossimità che è relazione”. “Si sta pensando a come valorizzare questa possibilità, che è stata una sorpresa”, ha detto mons. Erio Castellucci, vicepresidente della Cei a proposito dei nuovi media: “Prima della pandemia ero abituato a criticare l’eccesso dell’uso dei social, e invece ci sono tanti motivi per dire che anche questa dimensione – lasciando il primato all’incontrarsi in presenza – possiede degli aspetti che possono essere integrati. Ad esempio, per continuare a valorizzare la preghiera nelle case come chiese domestiche o per alcuni incontri organizzativi che richiedono spostamenti serali faticosi dalle diverse zone della diocesi”.