Afghanistan: Cei, “continuare ad accogliere il popolo che scappa da guerra e violenza”. “Protezione internazionale sia tutelata anche a persone in fuga da altri Paesi”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Il Consiglio episcopale permanente della Cei, riunito a Roma dal 27 al 29 settembre, non ha mancato di volgere lo sguardo anche al di fuori dei confini nazionali. “La situazione in Afghanistan – si legge nel comunicato finale diffuso oggi – rimane drammatica e incerta anche se i riflettori sul Paese si sono quasi spenti. Lo sforzo messo in campo dalle nostre comunità per l’accoglienza e la protezione internazionale degli afghani arrivati con i numerosi ponti aerei è stato esemplare, così come lodevole è stata la risposta da parte delle diverse forze politiche”. “La Chiesa in Italia, che si è resa subito disponibile a supportare tale impegno, si augura che la stessa sollecitudine abbracci anche gli afghani che nei prossimi mesi si metteranno in cammino per raggiungere l’Europa attraverso la rotta balcanica e il Mediterraneo – prosegue il comunicato finale -. Ogni respingimento infatti negherebbe un diritto fondamentale del popolo afghano, che scappa da guerra e violenza”. L’auspicio, hanno sottolineato i vescovi, è che “il diritto alla protezione internazionale sia tutelato non solo per gli afghani ma anche per gli uomini e le donne in fuga da 70 Paesi, che arrivano via terra e via mare sia in Italia che in Europa. Come ha detto il Papa, dopo la preghiera dell’Angelus di domenica 26 settembre 2021, in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato: ‘Non chiudiamo le porte alla loro speranza'”.

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