“La mafia ne temeva il coraggio, il rigore e l’inflessibilità che, uniti alle brillanti doti investigative e alle sue intuizioni sulle diramazioni del potere mafioso nella società facevano del generale Dalla Chiesa un pericoloso nemico da eliminare”. Così il presidente della Camera dei deputati, Roberto Fico, in un post pubblicato su Facebook in occasione del 39° anniversario dell’attentato mafioso in cui perse la vita, a Palermo, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa con la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo.
La mafia, sottolinea la terza carica dello Stato, “uccidendolo si era illusa di aver vinto una battaglia decisiva contro lo Stato. Così non è stato perché la sua eredità è rimasta viva nella coscienza civile della società”. “Per questo – ammonisce Fico – è così importante ricordarne il sacrificio, lo straordinario valore della sua testimonianza e il costante monito a non delegare mai il potere – che è solo quello dello Stato, delle sue istituzioni e delle sue leggi – ‘né ai prevaricatori, né ai prepotenti, né ai disonesti’”.