“La giustificazione, se non fiorisce con le opere, sarà lì, sottoterra, come morta. Noi dobbiamo attrarla con il nostro operato”. È l’invito, a braccio, del Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi ha incrociato l’insegnamento d San Paolo e di San Giacomo, per i quali “la risposta della fede esige di essere attivi nell’amore per Dio e nell’amore per il prossimo, perché quell’amore ci ha salvato tutti, ci ha giustificato tutti, gratuitamente, gratis”. “La giustificazione per fede sottolinea la priorità della grazia, che Dio offre a quanti credono nel Figlio suo senza distinzione alcuna”, ha spiegato Francesco: “Non dobbiamo concludere, comunque, che per Paolo la Legge mosaica non abbia più valore; essa, anzi, resta un dono irrevocabile di Dio, è – scrive l’Apostolo – santa”. “Pure per la nostra vita spirituale è essenziale osservare i comandamenti, ma anche in questo non possiamo contare sulle nostre forze”, il monito del Papa, secondo il quale “è fondamentale la grazia di Dio che riceviamo in Cristo, quella grazia che ci viene dalla grazia che ci ha dato Cristo. Ha già pagato per noi. Da lui riceviamo quell’amore gratuito che ci permette, a nostra volta, di amare in modo concreto”. Di qui l’attualità dell’insegnamento di San Giacomo: “L’uomo è giustificato per le opere e non soltanto per la fede”. “Sembrerebbe il contrario, ma non è il contrario”, il commento di Francesco: “Come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta”.