Papa Francesco: al Consiglio d’Europa, “si deve consumare per vivere, non vivere per consumare”

“Si deve mangiare per vivere, non vivere per mangiare”. Parte da questo detto degli antichi, scritto in latino, il Papa, che nel messaggio inviato ai partecipanti all’Evento di Alto livello dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa “Environment and human rights: Right to safe, healthy and sustainable environment”, in corso a Strasburgo, avverte: “Si deve consumare per vivere, non vivere per consumare. E soprattutto mai si deve consumare sfrenatamente, come accade oggi. Ognuno deve usare della terra ciò che serve al proprio sostentamento”. “Tutto è collegato – l’appello sulla scorta della Laudato sì – e come famiglia delle nazioni dobbiamo avere una comune preoccupazione: guardare che l’ambiente sia più pulito, più puro e si conservi. E prenderci cura della natura, affinché essa si prenda cura di noi”. C’è bisogno, quindi, “di un reale cambiamento di rotta, di una nuova coscienza del rapporto dell’essere umano con sé stesso, con gli altri, con la società, con il creato e con Dio”. “Questa crisi ecologica, che è una sola e complessa crisi socio-ambientale – la proposta del Papa – ci invita a un dialogo interdisciplinare e operativo a tutti i livelli, da quello locale a quello internazionale, ma pure a una responsabilità individuale oltre che collettiva”. “Si dovrebbe quindi parlare anche dei doveri di ogni essere umano per vivere in un ambiente sano, salutare e sostenibile”, la sottolineatura di Francesco: “Invece, quando parliamo solo di diritti pensiamo unicamente a ciò che è a noi dovuto. Dobbiamo pensare anche alla responsabilità che abbiamo verso le generazioni future, e al mondo che vogliamo lasciare ai nostri bambini e ai nostri giovani”. “Individuare, promuovere e attuare, con risolutezza, tutte le iniziative necessarie per costruire un mondo più sano, giusto e sostenibile”, l’auspicio finale: “Dalle mani di Dio abbiamo ricevuto un giardino, ai nostri figli non possiamo lasciare un deserto. Agiamo con speranza, coraggio e volontà, prendendo decisioni concrete. Non possono essere rimandate a domani, se hanno come fine quello di proteggere la casa comune e la dignità di ogni essere umano”.

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