“La pandemia è anzitutto un fatto umano, non è né una condanna dall’Alto né una disgrazia naturale”. Lo ha detto oggi mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita (Pav), concludendo in Vaticano i lavori della plenaria dell’organismo. Soffermandosi in primo luogo sulla ricerca scientifica, il presule ha evidenziato che “non può essere ridotta a una fredda pratica da laboratorio; anche il doveroso rigore della ricerca scientifica si fonda su una passione che la precede e la rende possibile. La ricerca scientifica è anzitutto una questione di volti e di storie, prima che di idee e di ipotesi. Per questo l’incontro personale è decisivo, certamente nella motivazione al nostro lavoro, ma anche nello svolgimento”.
“Per tutti noi – ne sono convinto anche per non pochi contatti che ho avuto con alcuni di voi – questi mesi di pandemia sono stati tutto fuorché un momento di pausa. Per noi il mondo non si è fermato”, ha aggiunto il presidente Pav sottolineando: “La ricerca scientifica ha avuto un’accelerazione senza pari, offrendo risultati che mai avremmo immaginato, anzitutto in campo sanitario e tecnologico, ma anche sul versante umanistico e quindi etico-antropologico”. Mai come in questa stagione, ha concluso, “abbiamo avuto chiaro come sia necessaria una comprensione e una narrazione sapiente anche dei fenomeni biologici e delle loro conseguenze sanitarie; la pandemia è anzitutto un fatto umano, non è né una condanna dall’Alto né una disgrazia naturale”.