Sanità: Carrozza (Cnr), “le terapie siano accessibili a tutti”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Capitalizzare la lezione della pandemia per prepararci al futuro e mettere a frutto i risultati delle ricerche di questi anni per migliorare il mondo che viviamo. È uno dei obiettivi della bioingegneria”. Lo ha spiegato  Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), intervenuta alla conferenza stampa di presentazione, in Sala stampa vaticana, della plenaria della Pontificia Accademia per la vita. “Lo scopo della bioingegneria – ha specificato – non è solo trasformare la scienza in tecnologia per risolvere un problema medico-critico, ma anche fare in modo che queste terapie siano accessibili a tutti. Lavorare per pochi non è scientifico. Discutere e condividere i risultati scientifici è comunicare, formare, educare, ma anche sfruttare e rendere accessibili: l’accessibilità è parte del problema”. Soffermandosi sul rapporto tra ricerca, tecnologia e applicazione clinica, la relatrice ha affermato che “contano molto le competenze”: “L’investimento in ricerca è fondamentale. Non sapevamo all’inizio quale tecnica ci avrebbe reso un vaccino efficace. È etico verificare tante strade, e questo significa investire in ricerca fondamentale”. Un’opportunità fondamentale delle nuove tecnologie è quella di “supporto alla fragilità”. “Occorre definire la fragilità come una condizione clinica di vulnerabilità, che si trasforma in una condizione sociale”, la proposta della presidente del Cnr: “Abbiamo il dovere di mettere a punto un sistema sanitario pubblico, gratuito, che risponda a questo. Le terapie digitali sono un mezzo per rispondere alla fragilità. Attraverso la transizione digitale possiamo dare una visione positiva per il superamento della malattia e della cronicità: non come è successo durante la pandemia, in cui molte vite sono state perse per incapacità di dare assistenza alla persona”.

 

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