Un nuovo passo verso l’autonomia e l’indipendenza, anche economica, per i bambini – ormai cresciuti e diventati giovani adulti – accolti in oltre vent’anni di presenza dei volontari italiani nella casa Caritas di Leskoc in Kosovo. Nei giorni scorsi è stato inaugurato il caseificio che consente la lavorazione del latte prodotto nell’allevamento bovino e la commercializzazione dei suoi derivati. Il tutto grazie al sostegno economico e organizzativo del caseificio “Fratelli Beneduce” di Sant’Anastasia, nel napoletano, e alla collaborazione di alcuni carabinieri in servizio di polizia militare nella base italiana di Pristina.
Nel 1999 i kosovari di etnia albanese sono in fuga dalla pulizia etnica della Serbia di Miloševic. Alcuni giovani volontari della Caritas di Umbria e Toscana partono per la Macedonia per dare soccorso ai profughi. Tra questi ci sono Massimo Mazzali e Cristina Giovanelli, la coppia che ha contribuito a dare vita alla casa Caritas di Leskoc e che ne è rimasta responsabile per oltre due decenni fino al 2020. Da un anno la “custodia” della casa è affidata a un’altra coppia di volontari, Rinaldo e Francesca.
“L’esperienza in Kosovo – racconta Luca Uccellani, direttore della Caritas diocesana di Gubbio – è nata come espressione delle Caritas delle Chiese umbre. Poi questa realtà ha assunto una fisionomia giuridica propria e ha iniziato un percorso di autosostenibilità economica. Un cammino difficile e lungo ma che sta crescendo. Le diocesi umbre non si sono tirate indietro e resta il sostegno soprattutto da parte di alcune di esse”.
Dopo i primi anni di accoglienza nell’emergenza e di assistenza alle prime necessità della popolazione, i volontari italiani hanno cominciato a pensare al futuro dei tanti bambini e ragazzi accolti nella casa (in questo momento sono una quindicina, circa 400 in oltre vent’anni). Sono nate così le prime attività economiche. “Il fatto che avessimo accolto dei bambini, che poi nel frattempo erano cresciuti – spiega Uccellani -, ci ha spinto anche a operare sul versante della formazione e dell’inserimento lavorativo. Quindi sono nate le esperienze della cooperativa e dell’azienda agricola, le stalle, il laboratorio di panetteria e pasticceria, la macelleria e da ultimo il caseificio”.
Nel maggio 2021, in Kosovo i tecnici del caseificio “Beneduce” fanno gli ultimi controlli sugli impianti e sulle attrezzature di “Casa Umbra”.
Ed è così che arriva il giorno della cerimonia inaugurale, con un collegamento audiovideo tra il caseificio “Fratelli Beneduce” di Sant’Anastasia e il nuovo caseificio di Leskoc in Kosovo. “La casa in Kosovo – dice don Marco Briziarelli, direttore della Caritas di Perugia – è un posto meraviglioso e una grande esperienza di vita per i nostri giovani che vanno a fare volontariato. È la possibilità di un incontro con una realtà di grande povertà che ci insegna come dalla povertà si possa uscire, rimettersi in piedi, tornare a sperare e a sognare”.