La diocesi di Grosseto va verso la graduale abolizione delle figure del padrino e della madrina della Cresima. L’orientamento, sotto forma di disposizione, è stato annunciato e presentato dal vescovo Giovanni Roncari ai sacerdoti riuniti in assemblea, al termine delle tre giornate diocesane di formazione, che si sono tenute dal 13 al 15 settembre. Analogo provvedimento mons. Roncari lo aveva assunto già nella diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello. “La conversione pastorale, sollecitata a più riprese da papa Francesco per uscire dal ‘comodo criterio del si è fatto sempre così’, impone di guardare la realtà con occhio libero e di intervenire con decisioni che rinnovino prassi che, col tempo, si sono appesantite o hanno perso le motivazioni di fondo”, si legge in una nota: “È per questo che il vescovo stabilisce che ogni parrocchia faccia un cammino che approdi alla abolizione delle figure del padrino e della madrina della Cresima”. Da storico della Chiesa, mons. Roncari ne ha ricordato la genesi: “Sono nati come garanti di una formazione cristiana già avvenuta nel battesimo degli adulti e garanti di una futura formazione-testimonianza cristiana nel battesimo dei piccoli. La loro evoluzione-involuzione è sotto gli occhi di tutti: si scelgono spesso persone per ragioni affettive, di parentela, di convenienza sociale che poco hanno a che fare con la formazione cristiana che invece viene impartita da altri. Tutto sembra esaurirsi, salvo qualche felice eccezione, alla presenza durante la liturgia sacramentale”. Da qui la decisione di prevederne la progressiva abolizione, affidando ai sacerdoti il compito di accompagnare le comunità parrocchiali in un cammino che vada in questa direzione e che responsabilizzi sempre di più le stesse nel farsi carico della formazione dei ragazzi.