Università Cattolica: Brescia, nuovo campus a Mompiano. Anelli (rettore), “qui gli studenti iniziano a costruire il futuro”

Una città consapevole della propria autocoscienza storica e territoriale, ma al tempo stesso dotata di potenzialità produttive e culturali che la proiettano sul piano internazionale. È in questo contesto che si colloca la nuova sede bresciana dell’Università Cattolica a Mompiano, che da oggi ospita i 2.500 studenti delle facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, Scienze della formazione, Psicologia, Scienze politiche e sociali e i corsi dell’Istituto superiore di scienze religiose. “Un luogo dove tante vicende personali, che si dipaneranno nei percorsi della vita, hanno inizio”, secondo il rettore Franco Anelli. “‘Casa è da dove si comincia’ recita un verso dei Quattro quartetti di T.S. Eliot; ed è da qui, da queste aule, da questi laboratori, da questi spazi di incontro, che si comincia. L’augurio, di cuore, è agli studenti e alle matricole che si affacciano all’esperienza universitaria dopo due anni di vita scolastica, ma anche personale e familiare, turbata dalle anomalie di un tempo difficile, che in questo campus possano cominciare a costruire il loro futuro e che le loro aspettative, che sono anche le nostre, quelle di tutta la società, trovino piena e giusta soddisfazione”.
Un progetto fortemente voluto, che va in direzione del radicamento dell’Università Cattolica sul territorio bresciano, potenziando l’offerta formativa delle sei facoltà attive a Brescia e ampliando il dialogo e la sinergia con le istituzioni locali. La nuova sede bresciana, che affiancherà quella storica di via Trieste, è infatti il maggior investimento mai fatto dall’Università Cattolica a Brescia, testimonianza concreta della fiducia che l’Ateneo nutre nei confronti della città, con 25 milioni di euro.
Perché, aggiunge Anelli, “Brescia rappresenta un laboratorio di grande interesse, alla luce di quel processo che il politologo Parag Khanna definisce ‘connettografia’, sintesi di connettività e geografia. Scrive Khanna: ‘Stiamo andando verso un’era nella quale le città saranno più importanti degli Stati e le supply chain saranno fonti di potere più importanti di quelle militari. La competitive connectivity sarà la corsa agli armamenti del 21° secolo'”.

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