Svizzera: sì al “Matrimonio per tutti”. Mons. Lazzeri (vescovo Lugano), “sono tante le domande aperte”

(Foto ANSA/SIR)

“Matrimonio per tutti: sono tante le domande aperte”. Questa la posizione del vescovo di Lugano, mons. Valerio Lazzeri, riguardo al voto svizzero. Contattato dal Sir, l’addetto stampa della Chiesa cattolica di Lugano afferma che in diocesi i risultati della votazione di ieri non sorprendono e sottolinea che, rispetto agli altri cantoni, il Ticino ha detto sì al matrimonio per tutti con una percentuale più moderata del 52,92%. Nei giorni scorsi, il vescovo di Lugano – ricordano sempre in diocesi – aveva preso posizione sulla legge con una nota dal titolo: “Matrimonio per tutti: sono tante le domande aperte”. “Lo scenario che si delinea – argomenta mons. Lazzeri – è quello non solo della possibilità di adottare, ma anche di ricorrere legittimamente a quegli interventi, esterni al legame coniugale medesimo, che si rendono necessari per avere figli in ogni situazione di infertilità”. Ed aggiunge: “Le conseguenze implicite di un ‘matrimonio civile per tutti’, infatti, non riguardano solo coloro che lo contrarranno. Inaugureranno un complesso di problematiche etiche, legate all’inizio della vita e alla dignità di ogni singola persona, ad oggi tutt’altro che elaborate e risolte”. Il vescovo pone quindi una serie di domande: “Che cosa vuol dire per un essere umano nascere da un padre e una madre o crescere con genitori dello stesso sesso, che hanno voluto per lui questo tipo d’inserimento nella vita di relazione?”. “A quali modalità di concepimento si dovrà dare accesso, non in casi particolari, ma in generale, per assicurare la possibilità di avere figli nel caso di coppie sposate dello stesso sesso?”. Anche la Conferenza episcopale svizzera si era pronunciata sulla legge e in un comunicato aveva sottolineato “la necessità di lottare in modo generale contro le discriminazioni” ma aveva anche ribadito “il fatto che è impossibile affrontare il dibattito sul ‘matrimonio per tutti’ eludendo le conseguenze, che sono la filiazione e l’accesso alla procreazione medicalmente assistita (Pma). Questi due aspetti sollevano questioni etiche delicate e complesse”. I vescovi osservano che il matrimonio civile “non è soltanto un riconoscimento pubblico dei sentimenti reciproci”. Sancisce anche la fondazione della famiglia e, “per conseguire tale scopo, le coppie dello stesso sesso devono però ricorrere alla Pma”. “La Conferenza episcopale svizzera – si legge ancora nella nota – si oppone in modo generale al suo impiego (anche per le coppie eterosessuali) poiché la Pma, comportando una donazione di gameti, è contraria ai diritti del bambino”.
Ieri la Svizzera, con oltre il 64% dei voti, ha detto sì alla legge sul matrimonio per tutti. Tutti i Cantoni, anche quelli storicamente conservatori, hanno votato a favore della modifica del Codice civile che consente alle coppie dello stesso sesso di sposarsi e adottare bambini. La Svizzera diventa così il 29° Paese al mondo ad adottare il matrimonio per tutti con una forte maggioranza del 64,1% dei voti, per un tasso di partecipazione del 52,6%. I cantoni francofoni hanno superato la soglia del 60% (Giura: 61,1%, Friburgo: 62,3%, Neuchâtel: 63,4%, Vaud: 65%, Ginevra: 65,2%) a favore del matrimonio per le coppie dello stesso sesso, ad eccezione del Vallese, che accoglie la modifica del codice civile al 55,5%. Basilea è la città che registra il più alto consenso con il 74%.

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