“Non c’è possibilità di ricominciare senza di voi, cari giovani”. Ne è convinto il Papa, che nel messaggio per la 36ª Giornata mondiale della gioventù che sarà celebrata a livello diocesano il 21 novembre, solennità di Cristo Re, sul tema “Alzati! Ti costituisco testimone di quel che hai visto” (cfr At 26,16), lancia un forte appello: “Per rialzarsi, il mondo ha bisogno della vostra forza, del vostro entusiasmo, della vostra passione”. “Non possiamo dare per scontato che tutti conoscano Gesù, anche nell’era di internet”, osserva Francesco: “La domanda che molte persone rivolgono a Gesù e alla Chiesa è proprio questa: ‘Chi sei?’”. “Quante volte abbiamo sentito dire: ‘Gesù sì, la Chiesa no’, come se l’uno potesse essere alternativo all’altra”, scrive il Papa: “Non si può conoscere Gesù se non si conosce la Chiesa. Non si può conoscere Gesù se non attraverso i fratelli e le sorelle della sua comunità. Non ci si può dire pienamente cristiani se non si vive la dimensione ecclesiale della fede”. “Chi pensa di sapere tutto di sé, degli altri e persino delle verità religiose, farà fatica a incontrare Cristo”, assicura Francesco sulla scorta dell’episodio della conversione di Paolo sulla via di Damasco: “Saulo, diventato cieco, ha perso i suoi punti di riferimento. Rimasto solo, nel buio, le uniche cose chiare per lui sono la luce che ha visto e la voce che ha sentito. Che paradosso: proprio quando uno riconosce di essere cieco, comincia a vedere! Dopo la folgorazione sulla via di Damasco, Saulo preferirà essere chiamato Paolo, che significa ‘piccolo’. Non si tratta di un nickname o di un ‘nome d’arte’ – oggi tanto in uso anche tra la gente comune: l’incontro con Cristo lo ha fatto sentire veramente così, abbattendo il muro che gli impediva di conoscersi in verità”.