“La Giornata mondiale dei migranti diventi, quest’anno, una tappa per una Chiesa in comunione, in cammino e una città più inclusiva, una tappa nella costruzione di un mondo fraterno che vede la responsabilità di tutti”. Lo ha detto ieri mons. Gian Carlo Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, nell’omelia della messa celebrata nella basilica di S. Maria in Vado a Ferrara, in occasione della 107ª Giornata mondiale del migrante e del rifugiato. “Preghiamo il Signore, con le parole di Papa Francesco, perché ‘la nostra terra possa diventare, così come Tu l’hai creata, la Casa comune di tutti i fratelli e le sorelle”, ha detto ancora il presule ricordando che il Pontefice, “nell’enciclica Fratelli tutti ci ricorda che ‘le migrazioni costituiranno un elemento fondante del futuro del mondo’, anche se oggi esse risentono di una perdita di quel senso della responsabilità fraterna, su cui si basa ogni società civile”.
Creare “un noi sempre più grande”, l’invito del Papa. Pertanto, ha proseguito Perego, “il ‘noi’ è a fondamento non solo della fede, ma anche della speranza e della carità: caratterizza l’abito cristiano, la nostra responsabilità e i nostri progetti. E il ‘noi’ ecclesiale – ci ricorda ancora Papa Francesco – non è impoverito, ma arricchito dalla ricchezza della diversità che i mondi migranti ci fanno incontrare, e riceve una nota nuova, quella della cattolicità, dell’universalità. Il Papa – ha concluso l’arcivescovo – sembra ricordarci che il rifiuto, i muri, l’abbandono, i respingimenti, il disprezzo, le violenze non solo impoveriscono il ‘noi’ del mondo, ma impoveriscono anche il ‘noi della fede, che per sua natura è cattolica”.