Cento organizzazioni sociali hanno presentato venerdì scorso a Bogotá, capitale della Colombia, a 5 anni dalla firma dell’accordo di pace con le Farc a Cartagena (poi bocciato dal plebiscito e riformulato) un rapporto sulla situazione sociale nel Paese e sull’applicazione dell’accordo, a tre anni di distanza dall’insediamento dell’attuale presidente Iván Duque (il quale lo stesso giorno ha rivolto un duro attacco al predecessore Juan Manuel Santos, che per la firma dell’accordo ha ricevuto il Nobel per la pace). Secondo il rapporto, durante i tre anni del governo di Duque c’è stata un’escalation di violenza nei territori, dovuta a ragioni come la “mancata attuazione intenzionale dell’accordo di pace e la sua reinterpretazione unilaterale da parte del Governo”.
Nei primi sette mesi del 2021 sono state perpetrate 60 stragi, in cui sono state uccise 221 persone (nel 2020 ci sono state 91 stragi con 381 vittime). Lo sfollamento forzato in Colombia ha avuto un aumento del 193% tra gennaio e giugno 2021, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. 159 persone sono morte in azioni di protesta (87 delle quali partecipanti allo sciopero nazionale aprile 2021), e si sono verificati 90 casi di lesioni oculari con perdite anatomiche e/o funzionali di uno o di entrambi gli occhi.
Proprio mentre stava per iniziare l’incontro, racconta Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani che vive nella capitale colombiana, “nel parco Brasil, nella carrera 43, laterale del Parkway, sono stato testimone di un tentativo di attentato al senatore Iván Cepeda, che dal 2007 collabora con la rete antimafia Libera in progetti di cooperazione internazionale. Una persona si è avvicinata in moto, ha tolto la pistola dalla cintura, in modo intimidatorio. Subito si è formato lo scudo protettivo dei 10 agenti di scorta del senatore – per capirci, più o meno lo stesso numero di agenti che accompagna il presidente Mattarella. La Polizia di Stato, presente in loco, non è intervenuta e la moto si è dileguata nella totale impunità”.
Prosegue Morsolin: “Sono riuscito a salutare personalmente Cepeda, che ho accompagnato in Italia, nel 2007. Era molto preoccupato, circondato strettamente da 10 uomini di scorta, e mi ha detto: ‘Chiediamo all’Europa, all’Italia, che continui ad appoggiare la ricerca di pace in Colombia. Un abbraccio particolare a padre Tonio dell’Olio e agli amici italiani di Libera’”.