Vescovi europei: mons. Grusas, eletto nuovo presidente del Ccee. “Chiesa in dialogo e in cammino con il mondo, solo così si possono affrontare le sfide”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“Dialogo” e “cammino”. Sono le prime due parole per la Chiesa in Europa pronunciate questo pomeriggio in una dichiarazione alla stampa dal nuovo presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa, mons. Gintaras Linas Grušas, arcivescovo di Vilnius. La pandemia, la povertà diffusa, la crisi ecologica. “Non possiamo guardare a queste sfide – ha detto – come se fossero un problema esclusivamente europeo. Sono sfide mondiali che chiedono di essere affrontare in dialogo con le varie nazioni sia in Europa che nel mondo”. Riuniti in plenaria, i presidenti delle Conferenze episcopali si sono confrontati in questi giorni con le diverse realtà ed esperienze vissute nei loro Paesi. “Abbiamo parlato molto delle varie sfide dell’Europa ma abbiamo parlato di cammino. Abbiamo sottolineato la necessità di camminare insieme, con i vescovi, il popolo, i paesi. Questo viaggio ha 50 anni di storia ma si sente l’esigenza di avviare una nuova tappa”. E parlando di futuro prossimo, ha aggiunto: “I primi due anni ci vedranno impegnati nel passaggio sinodale. Il Papa ci ha invitato ad entrare, non solo come chiese locali e chiese nazionali ma anche come Ccee, come continente, nel processo sinodale insieme a tutta la chiesa universale”. Oltre a mons. Grušas, sono stati nominati vice presidenti del Ccee, mons. László Németh, presidente della Conferenza episcopale Cirillo e Metodio, e il card. Jean-Claude Hollerich, arcivescovo di Lussemburgo e presidente della Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea. “Comece e Ccee – ha sottolineato mons. Grušas – lavoreranno sempre più insieme, come d’altronde è la direzione degli ultimi cinque anni”. Il cardinale Jean-Claude Hollerich ha ricordato uno degli appuntamenti del prossimo anno a cui sta lavorando la Comece: le Giornate sociali a marzo 2022 a Bratislava. “E’ bene – ha detto – che ci sia una collaborazione. Dopo la pandemia, la povertà si è diffusa ed è una sfida per tutta la Chiesa”.

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